Sul probabile arrivo di un secondo lockdown con chiusure regionali, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, spiega a “Il Messaggero” che “la salute e’ il primo fronte di questa guerra ed e’ certamente il bene primario. Ma c’e’ anche il secondo fronte dell’economia. Questa nuova fase di lockdown a macchia di leopardo produrra’ darmi gravissimi con un costo economico e sociale che non e’ piu’ sostenibile”. I dati sul fronte epidemiologico sono negativi. “Occorre spiegare dati alla mano, perche’ si ritenga di dovere intervenire limitando l’esercizio di tante attivita’, che peraltro hanno adottato i necessari e concordati protocolli di sicurezza. Spiegare, inoltre, quanto si e’ fatto e quanto resta da fare per la scuola ed i trasporti locali, per la sanita’ territoriale ed i presidi ospedalieri. Ma spiegare significa anche confrontarsi, ricercando una convergenza sulle scelte necessarie che richiedono il contributo di tutte le forze politiche e sociali per costruire un percorso e una prospettiva condivisa. Esattamente, quel che, purtroppo, oggi manca”. “Serve – aggiunge Sangalli – un piano strategico che vada oltre il perimetro dell’emergenza immediata. Servono piu’ programmazione e piu’ coordinamento per risolvere la crisi della sanita’ territoriale ed ospedaliera. Programmazione e coordinamento – punti critici della capacita’ del nostro Paese di fare sistema – stanno registrando tutto lo stress dell’impatto della pandemia. Ma bisogna reagire con maggiore determinazione e continuita’: perche’ disperazione e rabbia crescono. Precauzione, adeguatezza e proporzionalita’ sono i principi di riferimento per il contrasto dell’emergenza Covid 19. Principi ineccepibili”, ha concluso il presidente di Confcommercio.