Il sindacato deve ripensarsi in Europa? “Non c’e’ dubbio che anche il sindacato dovra’ essere all’altezza di questa opportunita’ straordinaria di cambiamento che abbiamo davanti, ma che non puo’ essere vissuto come un cambiamento momentaneo di fronte alla pandemia”. Lo dice Annamaria Furlan, segretaria generale CISL, intervenendo all’iniziativa della Cgil ‘Futura: lavoro, ambiente, innovazione’. “Questo e’ importante- aggiunge- e sfido chiunque a dire che un anno fa avrebbe potuto immaginare i social bond o un’Europa che mette come priorita’ la crescita e il lavoro. Anche in Italia non si trova piu’ un anti europeista o uno che dice fuori dall’euro”. “Quello che per noi e’ importante- dice ancora- e’ che questo cambiamento non sia momentaneo ma l’inizio per costruire gli Stati uniti di Europa, occorre fare passi avanti”. Noi, continua, “abbiamo bisogno di cambiare profondamente lo statuto economico europeo. Condivido quello che dice il presidente Sassoli. Va bene affermare che dobbiamo prolungare la sospensione del fiscal compact, ma io aggiungo lo dobbiamo profondamente cambiare. Non e’ possibile immaginare un calcolo di pil che non tenga conto della sostenibilita ambientale e sociale”. Per Furlan “l’impegno del sindacato deve essere questo e poi cambiare le istituzioni europee. Persino il processo di recovery puo’ risentire dei ‘niet’ degli altri paesi. Per evitare che ci siano continuamente veti incrociati bisogna cambiare le istituzioni europee e l’Europa deve potersi esprimere democraticamente nel parlamento anche in termini di maggioranza. L’Ue deve avere un proprio sistema fiscale, deve avere una propria politica estera”. Occorre poi “rafforzare i legami sindacali del nostro paese e quello del sindacato europeo”.