Da divi televisivi a tenaci imprenditori che fanno di tutto, dal delivery alle videoricette, per non chiudere e salvare posti di lavoro. Il mondo degli chef è nel frullatore della pandemia, mentre, c’è una schiera sempre più ampia di ristoranti che fanno dell’eccellenza il proprio scudo anticrisi. La guida “Ristoranti d’Italia 2021” del Gambero Rosso prova a raccontarlo senza punteggi e lotte al centesimo di voto.
“La gran parte – ha detto il direttore della guida Laura Mantovano – riparte con il turismo di prossimità”. Sono 38 i ristoranti meritevoli delle Tre Forchette con 4 ingressi (Vun Andrea Aprea dell’hotel Park Hyatt Milan, Il Piccolo Principe del Grand Hotel Principe di Piemonte a Viareggio, e a Roma Glass Hostaria e Ima’go dell’Hotel Hassler).
Queste le 38 insegne-cult: Piazza Duomo ad Alba (Cuneo) chef Enrico Crippa; Villa Crespi ad Orta San Giulio (Novara) chef Antonino Cannavacciuolo; Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo) dei fratelli Cerea; Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio (Mantova) Antonio e Nadia Santini e figli; Miramonti l’Altro a Concesio (Brescia) chef Philippe Le’vaillè e brigata al femminile; D’O a Cornaredo (Milano) chef Davide Oldani; Lido 84 a Gardone Riviera (Brescia) dei fratelli Camanini Riccardo chef e Giancarlo; Enrico Bartolini Mudec Restaurant a Milano; Berton a Milano di Andrea Berton; Cracco a Milano chef Carlo Cracco; Seta by Antonio Guida a Milano; Vun Andrea Aprea dell’Hotel Park Hyatt Milan.
La Peca a Veneto Lonigo (Vicenza) chef Nicola Portinari; Le Calandre a Rubano chef Massimiliano Alajmo; St. Hubertus dell’Hotel Rosa Alpina a San Cassiano (Bolzano) chef Norbert Niederkofler; Laite a Sappada (Udine) di Fabrizia Meroi e Roberto Brovedani; Agli Amici dal 1887 a Udine di Emanuele Scarello; Osteria Francescana a Modena chef Massimo Bottura; Enoteca Pinchiorri a Firenze chef Annie Feolde ; Lorenzo a Forte dei Marmi (Lucca) della famiglia Viani chef Gioacchini Ponzelli; Da Caino a Montemerano (Grosseto) chef Valeria Piccini; Il Piccolo Principe del Grand Hotel Principe di Piemonte a Viareggio (Lucca) chef Giuseppe Mancino; Madonnina del Pescatore a Senigallia (Ancona) chef Moreno Cedroni; Uliassi a Senigallia (Ancona) chef Mauro Uliassi;
Casa Vissani a Baschi (Terni) chef Gianfranco Vissani; Pascucci al Porticciolo a Fiumicino (Roma) chef Gianfranco Pascucci; La Trota a Rivodutri (Rieti) dei fratelli Maurizio e Sandro Serva; Glass Hostaria a Roma chef Cristina Bowerman; Ima’go dell’Hotel Hassler a Roma chef Andrea Antonini; Il Pagliaccio a Roma chef Anthony Genovese; La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri a Roma chef Heinz Beck; Reale a Castel di Sangro (L’Aquila) chef Niko Romito; Taverna Estia a Brusciano (Napoli) chef Francesco Sposito; Don Alfonso 1890 a Massa Lubrense (Napoli) chef Alfonso Iaccarino; Quattro Passi a Massa Lubrense (Napoli) della famiglia Mellino; Torre del Saracino a Vico Equense (Napoli) chef Gennaro Esposito; La Madia a Licata (Agrigento) di Pino Cuttaia; Duomo a Ragusa di Ciccio Sultano.
A dare l’emozione del sorpasso in gara le Due Forchette rosse, i quattro locali che hanno maggiori potenzialità di raggiungere il vertice: Andreina a Loreto (Ancona) di Enrico Recanati; Enoteca La Torre a Villa Laetitia a Roma chef Domenico Stile; Dani’ Maison a Ischia (Napoli) di Nino di Costanzo; Signum a Salina (Messina) chef Martina Caruso. “Siamo impegnati più che mai a contribuire al rilancio del settore”, ha detto il presidente del Gambero Rosso Paolo Cuccia. Nella 31/a edizione si alternano realtà a conduzione familiare, brigate al femminile e l’alta cucina negli hotel. Tuttavia, i premi speciali si spalmano dall’Alto Adige alla Calabria. Successivamente alle isole di Ponza, poi Ischia e Salina.
La geografia delle 38 Tre Forchette premia Piemonte (2), Lombardia (10), Veneto (2), Trentino Alto Adige (1), Friuli Venezia Giulia (2), E.R (1), Toscana (4), Marche (2), Umbria (1), Lazio (6), Abruzzo (1), Campania (4), Sicilia (2). Le altre trovano spazio nella classifica dei Tre Gamberi che premia 31 grandi trattorie con due nuovi ingressi (Armidda – Abbasanta; Da Cesare – Roma). Per il Gambero rosso “novità dell’anno” è Peter Brunel ad Arco (Trento), per il premio speciale “Cuoco emergente Premio Alessandro Narducci” va a Emanuele Lecce a La Tavernetta Spezzano della Sila (Cosenza). Pastry chef dell’anno: Fabrizio Fiorani del Duomo a Ragusa. “La ristorazione è parte integrante della storia e del Dna del Gambero Rosso. E siamo sicuri che lavorando insieme torneremo presto a riempire tavoli della migliore ristorazione italiana”, conclude l’Ad Luigi Salerno.