L’Italia dovra’ attendere il 2025 per un recupero del Pil ai livelli pre-Covid. A differenza della Germania che “riuscira’ a farlo nel 2022 e della Francia nel 2023”. Lo sottolinea il capo economista di Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, presentando la ricerca “Gli scenari macro: i nuovi orientamenti delle imprese italiane”, in occasione della tappa conclusiva del digital tour ‘imprese Vincenti’.
“Noi abbiamo una proiezione di crescita dal 2021 al 2024 superiore alla crescita potenziale dell’Italia, stimata intorno allo 0,3%-0,4% dalla Commissione europea, perche’ abbiamo la prospettiva del Next generation Eu, di un vaccino e auspicabilmente perche’ speriamo che questa crisi sia una opportunita’ anche per fare le riforme”, afferma De Felice, evidenziando pero’ che “bene che ci vada recupereremo i livelli del 2019 solo nel 2025”.
Tra le priorita’, oltre “al grande tema delle scienze della vita”, il capo economista di Intesa indica la digitalizzazione, su cui “le imprese hanno fatto molto ma non tutte sono pronte e il paese nel suo complesso ha dei ritardi e il livello di digitalizzazione non e’ soddisfacente”.
C’e’ poi “il grande tema dell’ambiente” con la Germania che e’ “leader in Europa nella transizione green. Ma l’Italia e’ ben posizionata, soprattutto nel manifatturiero”. Tra i nodi, ci sono gli investimenti, su cui “serve un cambio di passo” e c’e’ poi “un altro grande classico nel ritardo dell’Italia che riguarda la partecipazione femminile al mercato del lavoro. L’Italia e’ uno degli ultimi paesi Ocse sebbene ci siano dati incoraggianti nel 2019”.