Sono circa 9.000 i ristoranti resi vulnerabili alle infiltrazioni criminali a causa delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19. Il dato si aggiunge ad altre 6.000 attivita’ che gia’ prima del lockdown erano molto fragili finanziariamente: in tutto 15.000 imprese della ristorazione, quasi la meta’ delle 33.000 che operano come societa’ di capitale. E’ quanto emerge da una analisi di Cerved che ha recentemente acquisito Hawk, societa’ specializzata in soluzioni modulari per soddisfare tutti i requisiti previsti dalla normativa italiana. La combinazione dei dati e delle conoscenze di Hawk e di Cerved ha permesso di mappare i ristoranti che potrebbero avere maggiori problemi di liquidita’ ed essere dunque piu’ facile preda di usurai e di organizzazioni dedite al riciclaggio di denaro sporco. In cifra assoluta i ristoranti oggi a rischio si trovano soprattutto nel Lazio (2.116), in Lombardia (1.370) e in Campania (1.098), mentre in percentuale le regioni piu’ colpite sono Calabria (40%) e Sicilia (38%), dove maggiori sono le infiltrazioni della criminalita’ organizzata. La percentuale di mancati pagamenti nel comparto, infatti, ha raggiunto il 73% contro il 45% di media (nel picco di maggio) del resto delle Pmi, e secondo le stime i ricavi subiranno un crollo del 56%. L’emergenza da Covid19 ha introdotto “nuovi rischi di riciclaggio e ne ha accentuati altri gia’ presenti”, spiega Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved. “La crisi economica seguita alla pandemia -aggiunge – rappresenta infatti un terreno fertile per la criminalita’, che grazie all’ampia disponibilita’ di denaro contante derivato da attivita’ illegali puo’ acquisire facilmente la proprieta’ o il controllo di societa’ in difficolta’ finanziaria.