E’ corsa al cashback di Stato, con la app Io arrivata alla soglia di 8,7 milioni download, ma l’operazione “andrà a vantaggio dei più abbienti”. È il monito lanciata dalla Cgia di Mestre. “Nei prossimi 2 anni – rimarca il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo – le risorse necessarie per finanziare il cashback ammonteranno a 4,7 miliardi di euro. Una spesa smisurata che tutti gli italiani saranno chiamati a pagare per incentivare l’utilizzo della moneta elettronica, concorrendo così alla riduzione dei pagamenti in nero effettuati con il contante. Nella pratica, però, sarà un provvedimento che favorirà soprattutto coloro che possiedono una elevata capacità di spesa. Persone che, secondo le statistiche, vivono nelle grandi aree urbane del Nord, dispongono di una condizione professionale e un livello di istruzione medio-alto. Insomma, una misura a vantaggio dei ricchi, ma pagata con i soldi di tutti. Un modo veramente molto singolare di combattere l’evasione fiscale”.
È vero, sottolineano dalla Cgia, che dal 2021 la restituzione dei soldi sul conto corrente avverrà fino alla soglia del 10% della spesa sostenuta con almeno 50 operazioni effettuate entro un tetto di 1.500 euro ogni sei mesi (quindi 300 euro al massimo di ristoro per ogni anno). Ma sempre dal prossimo 1 gennaio e senza alcun importo minimo di spesa i primi 100mila partecipanti. Che in ogni semestre totalizzeranno il maggior numero di transazioni valide riceveranno un super cashback di 1.500 euro.
“Rispetto al 2019, quest’anno il nostro erario registrerà, a causa degli effetti negativi provocati dal coronavirus alla nostra economia, una contrazione del gettito tributario pari a 48 miliardi di euro. Di cui oltre 7 a seguito della riduzione degli incassi dovuti alle attività di contrasto all’evasione fiscale. Spiega il segretario della Cgia, Renato Mason -. Ebbene, a fronte delle difficoltà in cui versano le nostre casse pubbliche e il crollo delle entrate. Ha senso aumentare l’indebitamento di quasi 5 miliardi in 2 anni per agevolare chi normalmente spende di più?”.
Nel 2019, le differenze emerse a livello territoriale, evidenzia l’ufficio studi di Mestre, sono evidentissime: se a Nordovest la spesa media è stata di 2.810 euro al mese. All Sud ha toccato i 2.067 euro, un gap di 743 euro, pari a una variazione del 26%. Guardando ai livelli di istruzione, un capofamiglia laureato l’anno scorso ha speso mediamente per gli acquisti mensili 3.587 euro, un diplomato 2.835, una persona con la licenza media 2.349 e con la sola licenza elementare 1.678 euro.
Se il capofamiglia è un imprenditore o un libero professionista la spesa media è pari a 3.918 euro, scende a 2.354 euro se è un pensionato e addirittura a 2.321 euro se è un operaio. Mentre nei grandi centri metropolitani, poi, si spende mediamente 2.909 euro al mese. Nelle periferie delle grandi città e nei Comuni con più di 50mila abitanti si scende a 2.581 euro. E nei piccoli comuni fino a 50mila abitanti a 2.443 euro. Insomma, sono i più istruiti, con professioni di alto livello che risiedono nelle grandi aree metropolitane. Principalmente del Nord, a delineare l’identikit dei nuclei famigliari che saranno maggiormente premiati dal cashback.