Gualtieri, arrivano ristori. Fipe, indennizzi come in Germania
Se si conteggiano i 20 miliardi di scostamento che il Governo punta a varare a inizio 2021. L’intero meccanismo dei ristori avra’ mobilitato piu’ dei quasi 40 miliardi della manovra 2021. Ma anche dopo l’ultima tornata di trasferimenti a fondo perduto, per attutire il colpo inferto dalla pandemia e dal lockdown delle festivita’ a commercio, turismo, ristorazione e discoteche, vista dai pubblici esercizi la ‘coperta’ destinata a indennizzare delle perdite causate dalla pandemia appare troppo corta. Confcommercio parla di incertezze e ritardi che “cancellano le imprese” dopo i 645 milioni stanziati dal Dl Natale per bar, ristoranti, pasticcerie. Per la Fipe, sono cifre che “offendono i 300.000 pubblici esercizi italiani”.
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha spiegato che nel dl Natale approvato ieri sera il Governo interviene “Grazie ad un meccanismo definito a tempo di record con la Ragioneria dello Stato, l’Agenzia delle Entrate e il Mise. Con una nuova tranche di contributi a fondo perduto automatici per complessivi 645 milioni di euro, di cui 455 milioni gia’ nel 2020”: cifra destinata a ristorazione, bar, gelaterie e pasticcerie e che sara’ accreditata “direttamente dall’Agenzia delle Entrate sul conto corrente bancario o postale sul quale e’ stato corrisposto il precedente ristoro”.
A gennaio – dice ancora Gualtieri – “proseguiremo la nostra azione di sostegno con un nuovo intervento per completare il quadro dei ristori”. Aiuti “insufficienti a compensare singolarmente i danni”, scrive Fipe-Confcommercio che quantifica il totale dei provvedimenti in 3.000 euro in media per azienda, e il cui conteggio della perdita di fatturato – per il solo settore dei pubblici esercizi – e’ di oltre 33 miliardi su 86 complessivi (-38,38%).
Fra le misure di un Governo costretto a guardare anche agli equilibri di bilancio (il debito punta gia’ ora al 160%). E il “prezzo insostenibile” – come mette in chiaro Confcommercio – pagato dalle attivita’ economiche piu’ esposte al lockdown, resta un gap che pare incolmabile. E che il confronto con Paesi come la Germania – forte di un’attenzione al debito negli anni passati fortemente criticata in Italia, ma che ora nell’emergenza mette a disposizione del Paese una potenza di fuoco ben maggiore che in Italia – rende ancora piu’ doloroso.
“Se il riferimento deve essere il ‘modello tedesco’ piu’ volte invocato per giustificare le misure restrittive – dice la nota – i ristori allora ad esso dovrebbero essere ispirati: indennizzo al 75% dei fatturati calcolato sui mesi di novembre e dicembre, riduzione dell’Iva al 5%, tutela degli sfratti, ad esempio”, dice la nota della Federazione che riunisce i pubblici esercizi. Dopo quelle che Fipe preannuncia come “le Festivita’ piu’ tristi della storia moderna”, il Governo preparera’ nuovi aiuti con lo scostamento di gennaio.
Ma il problema della coperta troppo corta rischia di trascinarsi, e potrebbe coinvolgere anche l’utilizzo recovery fund europeo: da destinare, in base agli accordi, in primis alla digitalizzazione, alla riconversione ambientale: investimenti con lo sguardo lungo, rivolto alla “next generation”. Ma con il Paese che rincorre l’emergenza e’ gia’ fortissima difficolta’. La difficolta’ nel tutelare il tessuto produttivo esistente, la cui difesa “deve essere la priorita’ del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, insieme a quello degli investimenti strategici” secondo Confcommercio.