Non solo Recovery Plan: la prospettiva di una crisi del governo Conte, e i tempi incerti di una soluzione, lascerebbero in stand by molti dossier economici di rilievo. A partire dai nuovi ristori anti-Covid e dall’assegno unico per i figli. Primo tassello di una piu’ complessiva riforma del fisco che, a sua volta, segnerebbe una battuta d’arresto con l’impasse dell’esecutivo. L’intervento piu’ urgente, che i giallorossi avevano messo in calendario entro gennaio. E’ la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio per finanziare in deficit il quinto decreto Ristori, che prima di Natale si immaginava come l’ultimo.
Certo, nel pieno dell’emergenza le opposizioni non avevano ostacolato i piani della maggioranza, arrivando al voto favorevole dell’ultimo scostamento. Nel merito pero’, non erano mancate le critiche alle singole misure che si sono tradotte in alcune modifiche approvate gia’ con la manovra, come le norme ad hoc per gli autonomi. Lo scostamento dagli obiettivi di deficit richiede in ogni caso un voto a maggioranza assoluta delle Camere, complesso da ottenere in questa fase.
Lo scontro in Parlamento peraltro, potrebbe accendersi subito con l’esame del decreto Milleproroghe che contiene misure gia’ molto contestate come il blocco degli sfratti. Una via meno accidentata potrebbe avere l’assegno unico. Per il quale, pero’, gia’ si sono accumulati ritardi: il Senato doveva dare il via libera definitivo alla legge delega che lo istituisce prima della sessione di bilancio. Ma la sfilza di decreti di emergenza ha imposto un cambio di programma. Il provvedimento, approvato all’unanimita’ dalla Camera l’estate scorsa, potrebbe essere affrontato alla ripresa dei lavori di Palazzo Madama. Ma sara’ la capigruppo, prevista al momento il 12 gennaio, a stabilire il calendario.
Con il via libera alla delega, il governo avra’ pochi mesi per scrivere i decreti attuativi e mandare in soffitta le detrazioni per i figli a carico. Gli assegni familiari e gli altri sussidi per le famiglie. Da sostituire con l’assegno universale – anche per autonomi e incapienti – a partire dal 1 luglio. Nel frattempo dovrebbe riaprirsi anche il cantiere dell’Irpef: in attesa che il governo metta a punto la legge delega si sono mosse le due commissioni Finanze. Che avvieranno dall’11 gennaio una indagine conoscitiva. Gli alleati, pero’, non hanno ancora una intesa sul sistema da applicare (il tedesco caro a Pd e Leu, la revisione delle aliquote che piace ai 5S o la riforma totale proposta da Iv). E un cambio di maggioranza potrebbe stravolgere i piani. Visto il pressing mai interrotto del centrodestra per il modello della flat tax.
Stessa sorte potrebbe toccare alla riforma delle pensioni, che i giallorossi hanno messo in agenda in vista della ‘scadenza’ di quota 100 a fine anno. Anche la riforma degli ammortizzatori e delle politiche attive rallenterebbe. Con il rischio di non avere strumenti adeguati a fronteggiare la valanga di licenziamenti che temono i piu’ pessimisti quando finira’ il blocco, a fine marzo. Sullo sfondo restano poi le partite industriali, dal destino dell’ex Ilva di Taranto a quello di Alitalia-Ita. Passando per l’accordo su Autostrade ancora in corso di negoziazione tra Atlantia e Cdp. Altra questione ancora senza soluzione quella dell’uscita del Tesoro da Mps che, come da accordi con Bruxelles, dovrebbe avvenire entro l’anno.