Gli occhi voraci della malavita sui vaccini anti-Covid e sulle risorse in arrivo dal Recovery Fund. Sfruttando l’emergenza Coronavirus, che ha generato da marzo un clima “di insofferenza generalizzato e di disagio sociale”. L’allarme rosso arriva direttamente dal quarto report dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, presieduto dal vicecapo della Polizia Vittorio Rizzi. Il Viminale traccia una situazione molto delicata e preoccupante, chiedendo di “concentrare l’attenzione sulla prossima diffusione dei vaccini, che potrebbe costituire l’area di interesse dei gruppi criminali in funzione dell’elevata domanda e della fisiologica bassa offerta iniziale”. I clan della criminalità organizzata, particolarmente proattivi in momenti di crisi economica, hanno già messo nel mirino anche le “future risorse che saranno garantite nell’ambito del Recovery Fund”.E dal punto di vista finanziario l’analisi operata dalla Guardia di Finanza e dalla Direzione Investigativa Antimafia sulle segnalazioni di operazioni sospette (Sos) ha evidenziato un “significativo incremento”, rispetto al 2019, del flusso di segnalazioni pervenute all’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) durante il periodo pandemico, dato che “appare particolarmente indicativo”. Nel periodo 1 marzo – 15 ottobre 2020, sono pervenute all’Uif ben 67.382 segnalazioni, con un incremento, rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, superiore all’8%. Tale incremento, corrispondente a 5.011 comunicazioni, risulta, peraltro, interamente riferibile alla categoria del riciclaggio. L’incidenza delle segnalazioni riguardanti tale “settore”, infatti, raggiunge il 99,2% del totale, registrando, in termini assoluti, un aumento pari al 9,2%.La mafia punta sul prolungarsi dell’emergenza sanitaria: secondo il report “il perdurare della situazione, cui si accompagna l’indebolimento delle condizioni economiche di vita specie delle fasce più deboli della popolazione, potrebbe comportare ulteriori forme di strumentalizzazione da parte della criminalità”. Questo perché esiste il rischio concreto che “i sodalizi mafiosi tentino di accreditarsi presso gli imprenditori in crisi di liquidità per imporre il ricorso a forme di welfare mediante misure di sostegno finanziario, nell’ottica di salvaguardare la continuità aziendale e di subentrare poi negli asset proprietari o di controllo oppure esercitino forme oppressive di usura anche verso le fasce più deboli della popolazione, in ragione della crisi di liquidità e lavorativa”.Dal Viminale si fa notare infine come i delitti informatici evidenzino un aumento pari al 34,8% (117.060 dal 1 marzo – 31 ottobre 2020) a fronte dei 86.811 nello stesso periodo del 2019, con l’emergenza Covid-19 che ha offerto ai sodalizi criminali “un’ulteriore occasione per strutturare e dirigere alle Infrastrutture Critiche attacchi ad ampio spettro”.