Fusione ‘pilotata’ Mps-Unicredit piace al mercato Borsa corre. Resta nodo dote, ipotesi crediti deteriorati a Amco
Un primo quadro sul progetto di fusione tra Monte dei Paschi di Siena e Unicredit piace al mercato: i titoli dei due gruppi hanno corso in Borsa, chiudendo in crescita rispettivamente del 3,6% e del 6%. Con l’idea che la ‘dote’ per le nozze possa essere ricca e che una piccola parte delle filiali Mps in un primo momento restino scorporate per assicurare sul territorio soprattutto toscano una presenza delle strutture dell’istituto di credito senese.
Nella seduta dell’Epifania di Piazza Affari l’interesse si e’ concentrato dapprima su Mps. Anche sospesa in asta di volatilita’, che ha raggiunto un massimo di 1,182 euro con crescite superiori all’8%. Per poi trascinare il gruppo di piazza Gae Aulenti, che ha raggiunto anche la quota degli otto euro. Piace agli operatori che le trattative con il ministero dell’Economia proseguano anche prima dell’individuazione del nuovo amministratore delegato di Unicredit. Con il tentativo di trovare un accordo preliminare con lo Stato, che detiene oltre il 60% di Mps, per realizzare l’operazione entro l’autunno.
Comunque entro quest’anno, quando la parte pubblica deve uscire dal capitale della banca toscana. Non e’ facile raggiungere i sei miliardi di ‘dote’ complessiva, soprattutto attraverso crediti fiscali, per far cadere le molte perplessita’ in Unicredit, presenti anche ora che l’a.d. Mustier sta lasciando, ma questo appare al momento l’unico percorso per salvare la banca toscana. Gli advisor sono al lavoro e dalla lista si capisce che la partita pesa: sarebbero Merrill Lynch, BofA e Orrick per il ministero dell’Economia, Mediobanca, Credit Suisse e lo Studio Bep per Mps, piu’ Goldman Sachs, Jp Morgan e Ubs per Unicredit. A dare una spinta in piu’ al progetto di fusione. Il ritorno delle ipotesi che Unicredit possa cedere fino a 14 miliardi di crediti deteriorati ad Amco nell’ambito dell’integrazione con Mps.
Lo ha ripreso Reuters citando fonti vicine al dossier, che Unicredit non ha commentato. Con nuova benzina fornita al titolo nella parte finale della seduta di Piazza Affari. La cifra non e’ infatti indifferente per Piazza Gae Aulenti, che allo scorso 30 settembre riportava una massa di crediti deteriorati per 22,7 miliardi. Di cui circa 6 considerati non-core. Secondo le stime degli analisti, a Unicredit servirebbe una ‘dote’ complessiva di circa 6 miliardi perche’ l’operazione Mps sia sostanzialmente neutra sul proprio capitale.