Michelin taglia 2.300 posti in tre anni Il presidente, ‘niente chiusure di siti ne’ licenziamenti’
Scure in casa Michelin. Il gruppo francese tagliera’ nei prossimi 3 anni fino a 2.300 posti di lavoro nei suoi stabilimenti in Francia. Senza licenziamenti, nel quadro di un “piano competitivita’” presentato questa mattin. E che gia’ suscita shock e proteste in un paese gia’ duramente colpito dalle conseguenze economiche del Covid-19.
L’annuncio e’ giunto qualche mese dopo quello della chiusura della fabbrica Bridgestone di Be’thune, nel nord della Francia, e nonostante i buoni risultati degli ultimi mesi. Da parte sua, il presidente di Michelin, Florent Menegaux, ha assicurato che non ci saranno “chiusure di stabilimenti e nessun licenziamento”. “Anticipiamo circa il 60% delle misure di prepensionamenti e il 40% di uscite volontarie”, ha detto.
Da Clermont-Ferrand a Epinal, passando per Vannes e Troyes, la ristrutturazione riguarda l’insieme degli stabilimenti d’Oltralpe. “Michelin si impegna a ricreare altrettanti posti di lavoro di quanti non ne avra’ soppressi”, ha aggiunto Menegaux, evocando, tra l’altro, lo sviluppo di nuove attivita’ interne o l’impiantazione di aziende di altro tipo nei territori colpiti dai tagli. In preparazione da oltre 18 mesi, l’annuncio della ristrutturazione del cosiddetto ‘Bibendum’ – dal nome dello storico omino Michelin – e’ stato ritardato dalla crisi sanitaria, anche se i tagli non sono direttamente legati ad essa. Da parte loro, i dipendenti del gruppo sono divisi tra “sorpresa e collera”, secondo quanto affermato da Jose’ Tarantini, del sindacato CFE-CGC.
Il portavoce del governo, Gabriel Attal, ha detto che lo Stato sara’ “vigile sul rispetto degli impegni”, incluso in termini di nuovi investimenti, ma “non ne dubitiamo”. Mentre il presidente del Medef, la Confindustria francese, Geoffroy Roux de Be’zieux, spiega che “il mercato automobilistico francese e’ crollato del 25%”. “Siamo tornati al livello del 1975 in termini di vendite di auto”. A suo avviso, quanto sta accadendo “non puo’ non avere conseguenze sui fornitori di questo settore”.