Sono 157 in piu’ rispetto all’anno precedente malgrado il Covid
Aumentano di 157 unita’, il doppio rispetto all’anno precedente, nonostante la forte crisi economia causata dall’emergenza sanitaria Covid, le imprese della provincia crotonese nell’anno 2020. E’ quanto emerge dai dati sulla demografia delle imprese elaborati dall’ufficio studi della Camera di commercio di Crotone e relativi a iscrizioni, cessazioni e variazioni.
Da gennaio a dicembre 2020, a fronte di 805 nuove iscrizioni – riporta l’analisi – sono state denunciate 648 cessazioni che hanno portato lo stock complessivo di imprese a 18.050. Il tasso di crescita rilevato nella provincia di Crotone si attesta aa un +0.87%, dato superiore a quello registrato in Calabria (0,49%) e nel territorio nazionale (-0,25%).
L’analisi dell’andamento dei tassi di sviluppo per settore di attivita’ evidenzia che a contribuire maggiormente alla positivita’ dei dati relativi al 2020, oltre alle imprese non classificate (14,99%) e’ stato soprattutto il settore Attivita’ finanziarie e assicurative (3,65%), Noleggio, agenzie viaggio, servizi alle imprese (2,51%) e Attivita’ professionali, scientifiche e tecniche (2,45%). Inoltre, si evidenzia la sofferenza di alcuni settori, penalizzati dalle restrizioni imposte per fronteggiare l’emergenza sanitaria Covid 19; in valori assoluti, spiccano i saldi negativi di Agricoltura, silvicoltura e pesca (-23 imprese), Commercio ingrosso e dettaglio (-19 imprese) e Attivita’ dei servizi di alloggio e ristorazione (-14 imprese).
La forma giuridica predominante rimane quella della ditta individuale, che guadagna in questo trimestre ben 58 imprese iscritte, attestandosi a 12.190 registrazioni con un tasso di crescita pari a 0,48%. Registrano un tasso positivo anche le societa’ di capitale (2,96%) e altre forme giuridiche (0,97%) mentre registra con un tasso negativo le societa’ di persone (-1,17%). Il tessuto economico provinciale, al terzo trimestre 2020 risulta, pertanto, formato per il 67,53% da ditte individuali, per il 21,08% da societa’ di capitali, per l’8,50% da societa’ di persone e per il restante 2,89% da imprese con altra forma giuridica. “Le numerose cessazioni registrate nel corso del 2020 – afferma il Commissario straordinario dell’ente, Alfio Pugliese – sono state superate dal numero delle iscrizioni e cio’ potrebbe derivare dal fatto che, nel nostro territorio, l’autoimpiego viene considerata come un’alternativa all’assenza di occupazione.
Le dinamiche occupazionali sono complesse ed e’ difficile stimare per ogni saracinesca abbassata quante persone rimangono disoccupate e quante decidono di tentare l’ultima alternativa dell’imprenditorialita’. Ecco perche’ il dato elevato delle nuove iscrizioni che ha sempre caratterizzato la nostra provincia non deve farci illudere, in quanto spesso seguito da numerose repentine cancellazioni”.