Non c’e’ pace per il RECOVERY plan, da mesi oggetto di controversie politiche e ora finito in stand by con la crisi di governo. Il “disbrigo degli affari correnti” non permette la prosecuzione dei lavori preparatori che si erano resi impellenti dopo l’approvazione della versione provvisoria a meta’ mese.
Solo pochi giorni dopo, infatti, il 22 gennaio, Bruxelles ha chiarito che per l’accesso ai fondi del Next Generation Ue, tutti i Paesi devono tenere conto delle raccomandazioni del 2019.
Per l’Italia, si tratta di una serie di riforme di qualita’ sul fisco, le pensioni, il lavoro, la burocrazia e la giustizia, su cui ha insistito nei giorni scorsi anche il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, avvertendo che le tranche del finanziamento “dipenderanno dal rispetto di alcuni obiettivi nel tempo concordato e, se cio’ non avviene, c’e’ il rischio che gli esborsi non arriveranno”.