Carlo Bonomi scende in campo al fianco di Roberto Gualtieri. Interpellato sui possibili scenari per un nuovo governo nel pieno delle consultazioni di Roberto Fico, il presidente di Confindustria afferma di non voler fare nomi, di non voler scegliere persone o partiti, ma di badare solo al sodo, alla serieta’, alla competenza e alla capacita’ di azione del prossimo esecutivo. Eppure un nome, uno solo, Bonomi lo fa ed e’ quello del titolare di Via XX Settembre, meritevole di aver portato a casa i fondi del Recovery Plan ed in grado di garantire al Paese, secondo il leader degli industriali, la stabilita’ di cui ha bisogno in questa fase di emergenza.
Di fronte alla crisi, le polemiche del passato, che hanno visto i due protagonisti dell’economia a volte anche nettamente contrapposti, sembrano dunque definitivamente archiviate. Bonomi ha voluto dare voce alla preoccupazione degli imprenditori dopo uno degli anni piu’ duri mai attraversati dall’industria italiana.
Da una parte c’e’ la speranza che la crisi politica si risolva quanto prima, dall’altra il timore che una soluzione rapida e a tutti costi porti a scelte di compromesso che poco hanno a che fare con la competenza, invocata invece a gran voce per attuare le riforme di cui il Paese ha bisogno e puntare dritti alla crescita. Per un ruolo nevralgico come quello del ministero dell’Economia e’ quindi necessaria una figura credibile, conosciuta in Europa, affidabile per i mercati. E Gualtieri, oggetto proprio nelle ultime ore di voci e indiscrezioni su un possibile ricambio, certamente lo e’. “Per il bene del Paese – ha scandito Bonomi – alcune persone devono restare e faccio riferimento al ministro dell’Economia”. Le critiche al Conte-bis comunque non sono mancate. Innanzitutto sul rapporto con le parti sociali, in particolare sulla messa a punto del Pnrr.
Sul Recovery fund “il governo si e’ arroccato su se stesso”, ha ribadito il presidente di Confindustria. Per questo, oltre a serieta’ e autorevolezza, “nel nuovo governo vorremmo ascolto, ma vero”, ha aggiunto, spiegando di non essere riuscito a stabilire con il premier, al di la’ del buon rapporto personale, un rapporto proficuo anche per intervenire insieme a favore del Paese. Non a caso Confindustria non ha chiesto “una fettina di miliardi” del Recovery, ma si e’ concentrata “sulla metodologia”. Nell’immediato dovranno anche essere affrontati i nodi della proroga della cassa Covid e del blocco dei licenziamenti.
La posizione di Confindustria su questo e’ chiara: la proroga dello stop e’ possibile – di pari passo con la cig Covid gratuita – nei settori piu’ in sofferenza. A quelli non colpiti dalla crisi o che intravedono la ripresa deve invece essere data la possibilita’ di sbloccare. Una differenziazione rifiutata dai sindacati e giudicata potenzialmente tragica dalla segretaria della Cisl, Annamaria Furlan. L’ultima osservazione arriva sul piano vaccini che “non c’e'”, afferma Bonomi. La sua proposta e’ quella di affidarlo alle farmacie e, perche’ no, di utilizzare anche le fabbriche come luoghi di vaccinazione comune.