“In tutto il piano non c’è mai un riferimento alla low carbon liquid fuels, nemmeno al metano e altri carburanti alternativi. Se le tecnologie che coprono il 92% del fabbisogno dei trasporti vengono ignorate c’è qualcosa che non funziona e va indicata la prospettiva strategica”.
Lo ha detto, Cladio Spinaci, presidente di Unione energie per la mobilità-Unem, in commissione Attività produttive alla Camera sul Piano nazionale ripresa e resilienza. “Non sono preoccupato dell’esclusione o inclusione del singolo progetto, perchè ancora non è chiaro come verranno valutati, ma dalla mancanza di interesse per il settore che scoraggia gli investimenti”, ha aggiunto.
Spinaci ha ancora sottolineato come nel resto d’Europa (come, ad esempio, in Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania e Regno Unito), le grandi compagnie internazionali sono incoraggiate e sostenute dai Governi ad investire su progetti per lo sviluppo di biocarburanti, impianti ‘waste/plastic to fuels’, cattura della CO2, impianti pilota per gli e-fuel e produzione idrogeno ‘verde’ e ‘blu’. “C’è il rischio di una fortissima delocalizzazione” del settore, ha quindi evidenziato Spinaci chiedendo che il documento sia integrato con chiari riferimenti al settore.
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