La Basilicata dal 2011 ha perso circa 24.782 abitanti, con una diminuzione del 5,5 per mille in media ogni anno, e solo tra il 2018 e il 2019 i residenti in meno sono stati 5.333 (553.254 nel 2019): il 35,3% della popolazione ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale, il 16,3% la licenza elementare e il 28,2% la licenza di scuola media, e i lucani con un titolo superiore sono il 13,5%. Il quadro tracciato nel rapporto dell’Istat “Censimento permanente della popolazione in Basilicata. Prima diffusione dei dati definitivi 2018 e 2019” riporta uno spopolamento progressivo della regione: in 47 comuni lucani, ad esempio, a ogni censimento si registra un calo di popolazione, e in questi centri i 172 mila residenti complessivi del 1951 sono diminuiti fino ai 77 mila del 2019. Confrontando quindi i dati del 2011 con quelli del 2019 si registra “un progressivo invecchiamento della popolazione, con ritmi superiori alla media nazionale”: il comune con l’eta’ media piu’ bassa e’ Marsicovetere (POTENZA), con 41,8 anni, mentre l’eta’ media piu’ alta si registra a San Paolo Albanese (POTENZA), 58 anni. L’Istat ha poi esaminato il “peso” della popolazione residente e di quella straniera: l’eta’ media e’ piu’ bassa di 12,3 anni rispetto a quella degli italiani (33,9 anni contro 46,2 nel 2019), ma anche la popolazione straniera “e’ sottoposta a un processo di invecchiamento, con un aumento della quota di popolazione di oltre 50 anni che sale dal 14,0% del 2011 al 18,9% del 2019”. Nel 2019, oltre la meta’ (59,1%) degli stranieri residenti in Basilicata proviene dall’Europa, il 24,2% dall’Africa, mentre i cittadini di Asia e America rappresentano, rispettivamente, il 13,4% e il 3,2% del totale. I cittadini rumeni sono il 38,0% del totale degli stranieri residenti e costituiscono la comunita’ straniera piu’ numerosa, seguiti da albanesi (9,1%) e marocchini (7,7%). Dai dati relativi all’istruzione emerge invece che rispetto al 2011 si e’ dimezzata la quota di analfabeti (dal 2,8% all’1,4%) e sono diminuiti gli alfabeti privi di titolo di studio (dal 5,8% al 4,5%). Le persone con un titolo universitario e superiore sono aumentate dal 10,6% al 13,5%. Gli occupati rappresentano il 41,4% della popolazione con piu’ di 15 anni, contro il 45,6% della media nazionale. Il tasso di disoccupazione (16,9%) supera di 3,7 punti la media nazionale (13,1%). Il mercato del lavoro “presenta un forte squilibro di genere” in quanto il tasso di occupazione maschile e’ al 51,4%, circa venti punti piu’ di quello femminile, mentre il tasso di disoccupazione e’ pari al 11,6% per gli uomini e al 15,1% per le donne.