La governance del Recovery plan, per quanto riguarda gli investimenti nel nostro Mezzogiorno, “deve prevedere la possibilità di sostituzione delle amministrazioni locali inadempienti in maniera molto tempestiva”. E questo per evitare che “l’incapacità di progettazione e spesa dimostrata in passato dalle amministrazioni trasformi anche questa occasione in una debacle”. A sostenerlo è “Riparte l’Italia” che ospita gli interventi esclusivi dell’ex ministro per il Sud, Claudio De Vincenti e dell’economista Giuseppe Coco.
“Ecco come deve cambiare il Recovery Plan per rilanciare (davvero) il Mezzogiorno”, prende lo spunto dalla constazione che il Recovery Plan “costituisce una occasione storica per le politiche di sviluppo nel Mezzogiorno” e che la “versione del Piano approvata a gennaio dal Governo Conte ha fatto qualche passo avanti rispetto alla versione di dicembre, anche per la parziale integrazione della strategia con quella dei fondi della coesione, ma necessita ancora di profonde modifiche”. “Se si vuole che il Recovery Plan sia l’occasione per avviare finalmente un percorso di stabile riduzione del divario tra il Mezzogiorno e il Centro-Nord del nostro Paese, la sua elaborazione e poi la sua attuazione devono rispondere invece a una visione unitaria e nazionale”, si afferma anche perchè l’approccio scelto dalla Commissione Europea esclude la regionalizzazione delle risorse di Next Generation EU.
L’obiettivo della coesione territoriale “deve emergere in tutte le missioni con linee di intervento specifiche per il Mezzogiorno. – si sottolinea – Per quanto riguarda, per esempio, la missione Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura, si dovrebbe riconoscere il diverso grado di digitalizzazione delle amministrazioni nelle diverse aree del Paese e quindi la necessità di un investimento differenziale nel Sud. Anche per quanto riguarda la missione ‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’ il Piano dovrebbe sottolineare le necessità di investimenti al Sud soprattutto con riferimento alla Strategia nazionale per l’Idrogeno”.
Nel Meridione, è il pensiero di De Vincenti e Coco, si rende necessaria “un’azione proattiva da parte del Governo e delle grandi aziende nazionali, anche considerando il vantaggio competitivo del Mezzogiorno nelle rinnovabili. Analogamente le necessità differenziali di investimenti sulle risorse idriche e sul ciclo dei rifiuti vanno riconosciute e soluzioni vanno approntate per i casi di incapacità istituzionali più gravi. Difficoltà analoghe si devono prevedere nell’attuazione degli interventi per la povertà educativa (una emergenza) e per l’edilizia pubblica, due comparti nei quali l’investimento nel Mezzogiorno deve essere comparativamente molto più consistente”.