Aprire le fabbriche per vaccinare i dipendenti e le loro famiglie. E se fosse necessario anche il resto della popolazione. E’ con questa proposta che il mondo dell’industria va in soccorso al governo sul piano vaccini. Una mano tesa accolta con favore anche in ambienti politici, che potrebbe contribuire ad accelerare una campagna vaccinale complicata dai continui tagli alle forniture. “Siamo disposti a mettere le fabbriche a disposizione delle comunita’ territoriali nell’ambito del piano nazionale delle vaccinazioni”, annuncia il presidente di Confindustria Carlo Bonomi in un’intervista a Repubblica, precisando di avere gia’ inviato una “proposta operativa” a Palazzo Chigi.
Bonomi raccoglie dunque l’invito del premier Mario Draghi a fare “una grande alleanza pubblico-privato sul piano vaccinale” e suggerisce di riproporre anche da noi il modello che stanno adottando in molti all’estero, utilizzando le fiere, gli aeroporti, le stazioni ferroviarie. “Si puo’ benissimo fare anche in Italia”, assicura il numero uno di Confindustria, che ha gia’ offerto il centro congressi alla Regione Lazio. Se si riuscisse, il risultato sarebbe notevole: le aziende associate di Confindustria sono oltre 5 milioni e mezzo e “se consideriamo il gruppo familiare – stima Bonomi – pensiamo di poter dare un contributo a vaccinare oltre 12 milioni di italiani”.
Tantissimi se si considera che al momento il totale delle somministrazioni e’ a quota 3,4 milioni e le persone vaccinate 1,3 milioni. La disponibilita’ delle imprese unisce tutto il mondo produttivo. Confapi, la Confederazione della piccola e media industria italiana, ricorda di avere proposto gia’ a dicembre di impegnare le aziende nella vaccinazione dei lavoratori, in collaborazione con medici del lavoro, scrivendo una lettera a Conte. Una disponibilita’ ribadita anche a Draghi durante le consultazioni, assicura la Confapi, garantendo che le piccole e medie industrie private “sono pronte come sempre a fare la loro parte”.
Un impegno su cui e’ forte la spinta anche a livello territoriale. Dove gli industriali vogliono vaccinare i lavoratori prima possibile e stanno gia’ individuando spazi e possibili soluzioni. “Noi ci eravamo gia’ mossi come Confindustria Veneto. C’e’ grande disponibilita’ sia da parte degli imprenditori che della Regione”, assicura il presidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro, presidente dell’omonimo gruppo, che nel suo stabilimento di Campodarsego (Padova) e’ pronto a mettere a disposizione le infermerie e il medico aziendale; e nel territorio c’e’ chi sta individuando “spazi inutilizzati” da sfruttare per questo.
“Massima disponibilita’”, in “sinergia” con lo Stato, e a “costo zero” anche dalle imprese di Confindustria Puglia, con il presidente Sergio Fontana che apre al contributo degli spazi delle aziende per vaccinare “i dipendenti e le loro famiglie, e, se necessario, anche gli altri cittadini”. Risponde all’appello anche Confindustria Pesaro, pronta ad allestire un camper che si sposti nel territorio provinciale per vaccinare i lavoratori.