Lavoro, imprese, fisco e vaccini: e’ sugli stessi assi che hanno retto i decreti di emergenza dell’ultimo anno che si muovera’ anche il primo decreto economico dell’era Draghi. Perche’ il “decreto Sostegno” veda la luce serviranno ancora “7-10 giorni”: le riunioni si susseguono e Mef e Mise sono al lavoro per definire la fattibilita’ di interventi che oscillerebbero tra i 30 e i 40 miliardi. Con la pandemia che corre e la campagna per l’immunizzazione in ritardo, il nuovo governo sara’ comunque costretto a replicare, in gran parte, le misure gia’ utilizzate fin qui, dal blocco dei licenziamenti, che potrebbe arrivare a fine giugno, alla Cig Covid, che dovrebbe essere rifinanziata per tutto l’anno, fino ai congedi straordinari e al diritto allo smart working per i genitori in caso di scuole chiuse e figli in Dad o in quarantena.
Per ora c’e’ solo uno schema di lavoro, che parte dalle simulazioni del vecchio esecutivo, destina 2 miliardi alla campagna vaccinale e porta avanti l’idea di cancellare 60 milioni di vecchie cartelle fino a 5mila euro comprese sanzioni e interessi, che sono di fatto inesigibili, intasano il ‘magazzino’ e frenano la riscossione. Lo stralcio di questi vecchi debiti fiscali, accumulati tra il 2000 e il 2015 costerebbe due miliardi in due anni, ma i calcoli sono in corso. Lo stesso vale per il resto del pacchetto fiscale, che si e’ ipotizzato anche di fare viaggiare in un provvedimento autonomo: al momento lo schema indica una proroga secca alla fine di aprile, allineata all’attuale scadenza dello stato di emergenza, sia per le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio, sia per la sospensione dell’invio delle nuove cartelle.
Ma per il riavvio della riscossione si starebbe valutando di lasciare partire gli atti (almeno 50 milioni quelli in stand by tra notifiche di ruoli e avvisi di accertamenti) ma cadenzando gli invii dell’arretrato nei prossimi due anni, con conseguente allungamento della prescrizione. Tutta da definire anche la partita degli indennizzi su cui comunque si tentera’ di dare un segno di discontinuita’ a partire dalla piattaforma per l’erogazione, affidata a Sogei che dovra’ indennizzare 2,7 milioni di imprese e professionisti entro aprile. Gli uffici lavorano per preparare “misure normative di sostegno ispirato all’equita’, alla celerita’, alla semplificazione e alla immediatezza”, con un occhio particolare per “le partite Iva”, dice in Parlamento il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, senza escludere che “in modo opzionale” ci possa essere anche “la possibilita’ di compensazione in sede di dichiarazione”.
Per ora nella bozza circolata tra i ministeri per le attivita’ fino a 5 milioni si profila un sistema con 4 fasce di indennizzo a fondo perduto (dal 30% delle perdite per i piu’ piccoli sotto i 100mila euro l’anno di fatturato al 15% per quelli tra 1 e 5 milioni) da calcolare su cali di almeno il 33% nel confronto tra 2019 e 2020 e non piu’ su un solo mese. Questo se si continuasse a ragionare sul fatturato. Ma c’e’ chi spinge per adottare il criterio dei costi fissi, che avrebbe pero’ delle criticita’ ad esempio nel caso dei professionisti, con costi fissi molto bassi.
La soluzione potrebbe essere un mix dei due criteri. Saranno anche abbandonati i codici Ateco, mantenendo qualche distinzione per settore: alla filiera della ‘neve’ – costi fissi altissimi e stagione saltata – dovrebbe andare un contributo aggiuntivo per ora quantificato in 600 milioni. In attesa di ricevere i nuovi sostegni, i commercianti si stanno intanto adeguando alla novita’ della lotteria degli scontrini: circa in 300mila, sul milione e mezzo che ha installato il registratore telematico, hanno inviato i dati per partecipare alla prima estrazione mensile, cui concorrono quasi 17 milioni di transazioni valide e circa 4 milioni di cittadini che hanno attivato il codice.