Mentre il Governo si preparara a varare, domani in Cdm, l’atteso decreto Sostegno (o Sostegni), l’altro principale tavolo su cui l’Esecutivo Draghi è al LAVORO è la predisposizione, in tempi record, del Recovery plan, il Pnrr italiano. Che potrebbe avere addirittura due passaggi parlamentari. Vediamo perché. Il Piano deve essere consegnato da ogni Stato membro a Bruxelles entro il 30 aprile nella sua versione definitiva, così che la Commissione europea abbia il tempo di analizzarlo e dare il suo eventuale ok. Il tutto dovrebbe consentire il via libera ai primi anticipi delle risorse per ogni Stato in concomitanza dell’estate.
Ma prima dell’invio a Bruxelles del Piano definitivo, c’è un passaggio molto importante con cui il Governo Draghi dovrà confrontarsi, che è quello parlamentare. Un passaggio i cui tempi si sono dilatati a causa della crisi di Governo e il cambio di Esecutivo, e ha assunto nel tempo anche delle forme “impreviste”. Attualmente infatti le Camere stanno esaminando, di fatto, un Piano (e le sue relative schede tecniche) predisposti dal Governo Conte II, non più in carica: un Piano, peraltro, che l’attuale Governo Draghi sta rivedendo, riformulando, in alcuni casi modificando fortemente. E dunque le Camere, che il 30 marzo dovranno votare delle risoluzioni con degli impegni per il Governo, si trovano a farlo su un testo che potrebbe essere già stato modificato nel frattempo, anche se non è al momento dato sapere come.