Per Cgil, Cisl e Uil “sono già previsti parecchi miliardi di euro di investimenti privati nei vari piani industriali delle aziende dei settori interessati ai quali si andranno ad aggiungere, probabilmente, quelli dei piani di incentivo previsti dal Governo. E’ anche per questo motivo -sottolineano i sindacati- che non è pensabile in questa fase assistere alla destrutturazione di soggetti industriali con competenze, qualità e sicurezza del lavoro di comprovata eccellenza”.
“Un servizio -continuano i sindacati- che è stato garantito durante il lockdown e che ci ha permesso di avere l’energia elettrica e del gas sempre e comunque senza nessun rischio per gli ospedali, per le sale di rianimazione ma anche banalmente nelle nostre case, dove lo stress di una situazione tragicamente nuova e pericolosa è stato sicuramente attenuato dall’avere garantito un servizio che ha permesso a tutta l’Italia di rimanere connessa e in sicurezza, di effettuare la didattica a distanza e condurre almeno su questo versante una vita abbastanza normale”.
“L’attività sarebbe messa a rischio dalla frammentazione della stessa verso aziende magari prive delle necessarie competenze, delle risorse e del know-out pronto a garantire la sicurezza energetica del paese, la competitività e il più avanzato supporto alle necessità di famiglie ed imprese. Sarebbe inoltre opportuno non procedere di proroga in proroga, così come avviene ormai da tempo, ma intervenire rapidamente sullo stralcio della norma, questi sono aspetti rilevanti per la tenuta energetica e dei servizi pubblici essenziali”, concludono Cgil, Cisl, Uil, e Filctem, Flaei-Femca, Uiltec.