«Alla vigilia della presentazione del Pnrr italiano torno sul Capitolo Sud in nome di due principi: la trasparenza che dobbiamo a venti milioni di meridionali e la necessità di un nuovo approccio politico e culturale alla ricostruzione del Mezzogiorno»’. Lo scrive su Facebook Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale.
«Trasparenza, innanzitutto, contro la disinformazione e le fake news che avvelenano il dibattito sulla quantità dei fondi destinati al Sud. Non è vero – evidenzia – che al 40 per cento della dotazione si arriva mettendo insieme il budget del Pnrr e il budget del programma React-Eu: il programma React-Eu è stato da me consegnato una settimana fa a Bruxelles, è una linea di finanziamento separata e su 13,5 miliardi complessivi ben 8,5 sono stati destinati al Meridione».
«Non è vero – afferma Carfagna – che il Pnrr ha assorbito i soldi del Fondo Sviluppo e Coesione: come ha definitivamente chiarito il Def, il Fondo si limita a fornire un’anticipazione e sarà reintegrato man mano che arriveranno i finanziamenti da Bruxelles. Chiunque usi queste argomentazioni per costruire una critica al governo o è disinformato o è in malafede. Secondo punto, il nuovo approccio che ci serve. Il benaltrismo – quella voce che dice ‘servirebbe ben altro’- è sempre stato il mito incapacitante di un certo meridionalismo, nonché l’alibi con cui più generazioni politiche hanno giustificato le loro inefficienze. Possiamo continuare a coltivarlo, oppure aprire una stagione più costruttivà», prosegue il ministro.
«La contestazione dei criteri di riparto territoriale del Pnrr ha un suo fondamento ‘teorico’ ma scarsa ricaduta pratica. E’ vero che un anno fa, quando l’Europa varò l’operazione del Next Generation Eu, la suddivisione dei fondi tra gli Stati fu decisa in base a un algoritmo che valorizzava i dati del Pil, del numero degli abitanti e della disoccupazione. E’ vero che quel principio, se fosse stato adottato a livello nazionale per dividere i fondi tra Nord e Sud, avrebbe premiato il Sud con una quota superiore al 60 per cento. Ma – sottolinea CARFAGNA – questo non è successo. L’esecutivo dell’epoca ha scartato l’idea e ha costruito diversamente l’impalcatura del Recovery Plan sulla quale tutti noi, successivamente, abbiamo dovuto lavorare».
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