La pandemia è stata una frustata per il mercato del lavoro, consegnandoci alla vigilia del 1 maggio, un vero e proprio paradosso: ci sono più disoccupati, quasi un milione, ma anche più posti vacanti; il processo di incontro tra domanda e offerta di lavoro funziona male, anche per la mancata corrispondenza tra i requisiti richiesti dalle aziende e le qualifiche offerte dai lavoratori.
Sono oltre 73mila i posti di lavoro non coperti e mai come ora, in presenza di accelerati cambiamenti strutturali, le politiche attive del lavoro richiedono una messa a punto. In particolare quelle dedicate a ridurre il mismatch, il disallineamento, tra i profili professionali che le imprese richiedono per stare al passo con i processi di innovazione tecnologica e la reperibilità di personale adeguatamente preparato o la tempestività nell’aggiornare le competenze di quello impiegato in azienda.
E’ quanto emerge da un Policy Brief dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche “Il sistema duale come risposta all’evoluzione dei fabbisogni di competenze del mercato del lavoro” che verrà pubblicato a breve. Il testo redatto da Inapp mette a confronto gli ultimi dati disponibili sul numero di qualificati e diplomati nei percorsi di IeFP e le stime sulla domanda di lavoro contenute nel rapporto Excelsior 2021-2025. Si evidenzia, di fatto, un significativo disallineamento. Un’offerta formativa complessiva (circa 80 mila unità) che è in grado di soddisfare solo il 52% della domanda potenziale, con situazioni ancora più critiche per gli indirizzi della meccanica, della logistica e dell’edilizia.
Scopri le ultime notizie in tempo reale. News e aggiornamenti su politica, cronaca, lavoro, economia, attualità e molto altro su www.supersud.it