Lavoro, Cisal: per innescare una svolta servono scelte coraggiose “Difendere anche diritto salute senza disperdere patrimonio”.
“Per innescare la svolta servono scelte coraggiose o si rischia di perdere di più di ciò che già si è perso”. Ad affermarlo, in una nota, è la Cisal Calabria secondo la quale “ognuno, per la propria parte, deve necessariamente dare il proprio contributo alla svolta per garantire ai calabresi un minimo di speranza”. “Il Sistema sanitario – è detto in una nota – è completamente inadeguato a superare crisi eccezionali come questa che stiamo vivendo ma ha reso ognuno di noi molto debole dal punto di vista del diritto inalienabile alla salute, per cui occorre affrontare per il prossimo futuro scelte coraggiose per difendere questo diritto senza disperdere il vero patrimonio di professionalità che, con tutte le difficoltà oggettive, ha salvato tantissime vite umane.
Pensiamo per esempio al ‘Sant’Anna Hospital’. Un’eccellenza della cardiochirurgia nazionale che rischia di sparire portando via con se il Lavoro di trecento persone”.
Altra questione sul tappeto è quella del Lavoro. Per Cisal, infatti, “non è possibile assistere ancora a dei bandi emanati dai Ministeri competenti su cui i tirocinanti finanziati e formati con ‘fondi regionali’ non hanno gli stessi diritti di quelli formati con ‘fondi ministeriali’. Non è più tollerabile. La politica deve assumersi le sue responsabilità’.
Ci aspettiamo che la Giunta regionale e il Consiglio regionale sappiano valutare attentamente le scelte che si andranno ad operare da qui alla scadenza di questa drammatica legislatura”. “Il dibattito aperto sul precariato esistente – è detto ancora nella nota – a partire dagli Lsu/Lpu rimasti fuori dai programmi di stabilizzazione deve poter continuare in stretto contatto con il Governo centrale, ma in Calabria, non possiamo assolutamente dimenticare tutte quelle partite aperte del ‘precariato istituzionalizzato’ che appartengono alla L.R. 1/2014 e alle successive integrazioni.
Parliamo di circa 281 lavoratori dell’ex Legge 28/2008 e 8/2010, ai lavoratori della L.R. 15/2008 e a tutto il precariato che ancora non ha trovato la giusta collocazione e che ancora non ha avuto la possibilità di cominciare un percorso come i lavoratori della L.R. 12/2014 per passare al bacino storicizzato con la L.R.29/2019”. “A nostro avviso – riporta la nota della Cisal – occorre stabilire delle linee guida in sede di predisposizione del ‘Piano per il fabbisogno regionale’ con delle priorità che tengano conto delle acquisite professionalità nonché della valorizzazione della professionalità conseguita dai precari che ancora, dopo quasi quattro lustri, non hanno un ruolo definito.
Linee guida che devono riscrivere anche la gestione degli Enti sub-regionali che hanno in organico tantissime professionalità. Donne e uomini tormentati da profonda incertezza per il proprio futuro. E’ il momento di scelte strategiche, ponderate e concertate. Non unilaterali. Se sarà questa la via, come Cisal, forniremo il nostro umile e concreto contributo restando sempre e comunque accanto ai lavoratori”.
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