L’oro è in rialzo e resta ai massimi da tre mesi. Lo spot gold guadagna lo 0,43% a 1.838 dollari l’oncia. Dalla fine di marzo, il metallo guadagna il 7,5% e resta di oltre il 3% meno caro dall’inizio dell’anno. Nel frattempo, il dollaro si è indebolito mediamente di circa il 3% contro le principali valute. Dunque, all’infuori degli Usa il metallo prezioso è rincarato meno di quanto le quotazioni lascerebbero supporre.
Proprio il biglietto verde meno forte ne ha trainato le quotazioni, ma non solo. I rendimenti Usa sono tornati a scendere. Dopo i deludenti dati di venerdì sull’occupazione negli Usa, gli investitori scommettono ora che i tassi d’interesse rimarranno bassi per un po’.
L’economia statunitense ha creato 266.000 posti di lavoro ad aprile dopo i 770.000 di marzo e ben al di sotto delle aspettative di mercato a 978.000. Questa lettura ha accentuato le prospettive incerte riguardo alla ripresa del mercato del lavoro e ha consolidato le aspettative che la Fed resti estremamente accomodante fino a quando l’economia non si sarà ulteriormente ripresa. I rendimenti dei Treasury a 10 anni si attestano all’1,5949%.
Tassi a parte, il metallo prezioso ha beneficiato della domanda di beni rifugio derivante dalla crisi pandemica mentre i casi di Covid continuano ad aumentare in India e Giappone. Di conseguenza, la scorsa settimana i lingotti hanno registrato il più grande guadagno settimanale da novembre a +3,5%. Per quanto riguarda gli altri metalli preziosi, il palladio e’ aumentato dello 0,3%, l’argento dello 0,8% e il platino ha guadagnato lo 0,6%.
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