Indoor portrait of european girls working on project with asian colleague in office and talking. Attractive female designer sitting at the computer with camera and cup of coffee.
La tendenza narrativa, l’approccio dell’accoglienza, l’attitudine a dare consigli. Ma quando sono le donne a organizzarsi e promuovere il territorio prevale soprattutto una caratteristica: la grande capacità di fare rete. Alcune protagoniste di questa nuova sfida al femminile hanno parlato delle loro esperienze in uno dei talk organizzato nell’ambito della Bit Digital Edition (9-14 maggio).
Community di ragazze e donne più mature che hanno inventato nuove attività, sono state in grado di unire tante frammentazioni e stanno contribuendo allo sviluppo anche turistico del loro territorio. “L’aspetto più difficile è stato convincere le altre che potevamo fare anche marketing” ha raccontato Lidia Antonacci, fondatrice di Donne Daune, dal nome della zona geografica del foggiano abitata dagli antichi Dauni, una rete di imprese agricole gestite da donne.
Da titolare di un’azienda, Lidia ha infatti deciso di coinvolgere altre donne tutte spinte dalla stessa passione: le mani nella terra. “È nato un legame fortissimo, un senso di appartenenza che non è solo geografico – ha raccontato – poi la magia di ritrovarsi insieme in un territorio ricchissimo di storia ma particolare come il nostro”. Ilaria Canali ha invece fondato la Rete Nazionale Donne in Cammino e Community Ragazze in Gamba.
“L’ho fatto 10 anni fa quando i cammini non erano un elemento cosí scontato come adesso – ha detto – E le donne non sono solo tante, ma anche estremamente creative“. La parola che unisce le esperienze come queste, ha spiegato Mariangela Cassano, Fondatrice DEA Donnecheammiro;, è innovazione. “Non a caso nell’imprenditoria agricola le aziende dove si rinnova di più sono quelle gestite da donne” ha aggiunto.
Mentre parlando di comunicazione turistica, Celeste Bertolini, Titolare di Orum Events ha sottolineato come “in questo momento è utilissimo per i territori parlare non solo di ambiente e cultura, ma anche tradizioni e comunita”. “La narrazione esperienziale ha un potenziale strategico fondamentale .- ha aggiunto – il visitatore da turista diventa cittadino temporaneo, lo si coinvolge nell’usufruire del territorio, e per tutto questo, per la loro capacità di fare rete, le donne hanno una marcia in piu‘”.
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