Gli alberghi, come molti altri esercizi commerciali, costretti a pagare la tassa sui rifiuti anche se non produttivi a causa dell’emergenza sanitaria, non ci stanno e ricorrono alla giustizia amministrativa.
Il Dl 18/2020, noto come Cura Italia, infatti, consentiva ai Comuni di applicare anche per la Tari agevolazioni correlate agli effetti dell’emergenza Covid-19. Per questo, a Ravello, otto albergatori hanno presentato ricorso al Tar per la mancata applicazione di sgravi alle cartelle Tari riferite al 2020, proprio in considerazione delle criticità avvertite dal comparto.
Malgrado una breve riapertura estiva, per buona parte dello scorso anno si c’è stato il blocco alla circolazione delle persone e il crollo della domanda turistica, specie internazionale.
Il ricorso degli albergatori ravellesi, rappresentati dagli avvocati Francesco e Paolo Accarino del Foro di Salerno, si basa sulla delibera Autorità di regolazione per energia reti e ambiente numero 158 del 5 maggio 2020 che prevede, nell’ambito della disciplina dei corrispettivi applicabili alle utenze del servizio di gestione integrata dei rifiuti, urbani e assimilati, alcuni fattori di rettifica per alcune tipologie di utenze non domestiche (tenendo conto del principio “chi inquina paga”, sulla base della minore quantità di rifiuti producibili in ragione della sospensione delle relative attività) e di specifiche forme di tutela per quelle domestiche (in una logica di sostenibilità sociale degli importi dovuti).
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