di Rosa Sica
La politica economica espansiva sta portando a un eccesso di liquidità sui conti correnti. I rischi? Eccoli.
In un contesto di mercato caratterizzato da tassi di interesse negativi e un’inflazione prossima allo zero, la liquidità in eccesso detenuta sui conti correnti degli italiani – aumentata a dismisura durante la pandemia, fino a raggiungere i 1.700 miliardi di euro – rischia di generare costi aggiuntivi e danni al sistema bancario e anche ai clienti.
La politica espansiva della Banca centrale europea, che ha portato in negativo i tassi di interesse determinando una maggiore produzione di liquidità ed elevati livelli di giacenza nei conti correnti, ha aumentato il costo che le banche devono sostenere nella loro gestione: in particolare, le incertezze e il timore di investire che sono andati rafforzandosi durante la pandemia hanno spinto gli istituti bancari a collocare le riserve in eccesso presso la Bce e a non prestare all’economia reale.
Ciò ha determinato in molti casi il superamento della soglia rappresentata dalle riserve obbligatorie, e un eccesso che gli istituti pagano con un’aliquota dello 0,50 per cento. Proprio su questa situazione – e sulle possibili conseguenze negative per le imprese e i privati clienti delle banche – si è incentrato un webinar organizzato recentemente da Azimut con il director Wealth management Patrizio Pazzaglia, dal titolo “Evita gli ‘squali’ imparando a gestire i tuoi risparmi”.
Scopri le ultime notizie in tempo reale. News e aggiornamenti su politica, cronaca, lavoro, economia, attualità e molto altro su www.supersud.it