di Antonella Santoro
ROMA- Un piano di ripresa economica per un’Italia che ha bisogno di rinascere e di rilanciarsi nell’economia mondiale: è questo l’obiettivo del Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza redatto e approvato lo scorso 29 aprile dalle forze politiche nazionali e proposto all’Europa per pianificare le risorse economiche del Recovery Fund all’Italia. Per il Mezzogiorno saranno stanziati 82 miliardi, suddivisi in base alle esigenze strutturali, occupazionali, economiche del territorio.
«Per il Sud e per la Basilicata, quest’ultima Regione di cui sono stato Governatore fino al 2013», spiega il deputato del Partito democratico Vito De Filippo, «si rispettano tempi contestualmente diversi (in alcuni casi sono di sei anni, in altri sette), che rientrerebbero anche in programmazioni di intervento previste dall’Europa per le regioni del Sud, come quelle dell’arco temporale 2021-2027 oltre ai fondi residuali Europei 2014-2021 ancora spendibili in opere di ripresa economica».
Per una regione come la Basilicata si può pensare al Fondo di Coesione che riserva risorse economiche importanti (tre miliardi e mezzo di investimenti) al quale si aggiunge il Pnrr nazionale. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, però, non è facilmente regionalizzabile nella ripartizione finanziaria.
Seppur i fondi per le opere strutturali ci sono e verranno utilizzati, non sono gli unici investimenti di cui potremo vedere i frutti: «Il Sud Italia ha un grande punto debole: non riesce mai ad avere risorse per finanziare la crescita e lo sviluppo. In questa fase si è fatto un grande dibattito sui soldi, i soldi ci sono ma ora bisogna avere ben chiaro come spenderli, spenderli velocemente ed efficacemente», puntualizza l’Onorevole De Filippo.
Il Sud non ha sempre dimostrato, secondo l’ex Governatore della Basilicata, capacità di spendere tutti i soldi che aveva a diposizione: «La Basilicata fino ad un certo punto ha avuto una storia virtuosa in termini di capacità di spesa. Negli ultimi anni invece non è stato proprio così».
Soldi per le infrastrutture, per i settori produttivi, per la piccola e media impresa, per la scuola e sulla formazione: questi i punti sui quali il Pnrr vuole intervenire.
Particolarmente sentito per il Pd, il tema del Mezzogiorno: «Il Partito democratico ha portato avanti una lunga battaglia politica sulla quota del Pnrr a favore del Mezzogiorno, raggiungendo e superando il limite massimo del 34 per cento previsto per l’acquisizione di fondi europei, riuscendo ad ottenere più del 40 per cento solo nel Pnrr», chiarisce De Filippo.
Una battaglia guidata in primis dall’ex ministro per il Mezzogiorno Peppe Provenzano, che: «Ha sostenuto e portato avanti riuscendo nel suo e nel nostro obiettivo».
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