“Il Pnrr rappresenta una grande opportunita’ di rilancio per il sistema delle imprese. Tuttavia, servono misure ancora piu’ incisive, soprattutto in termini di attivazione diretta del sistema produttivo del Paese. Il Piano intende modificare profondamente il contesto operativo dell’attivita’ economica, orientandolo sulla transizione verde e digitale e la resilienza e sulla coesione, e questo richiederebbe misure di sostegno adatte al necessario processo di adeguamento”, avverte Vito Grassi, presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale e vicepresidente di Confindustria, commentando il secondo ‘Rapporto Regionale Pmi 2021′ realizzato da Confindustria e Cerved.
“Sul piano della coesione, il Pnrr identifica tre priorita’ trasversali di coesione economica e sociale: territoriale (Mezzogiorno), di genere (donne) e generazionale (giovani), con un impatto positivo ma limitato sul riequilibrio Nord-Sud. Quest’ultimo profilo pone l’esigenza di una forte integrazione del Pnrr con la programmazione dei Fondi strutturali europei e del Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027. Proprio il 2021 e’, infatti, l’anno di avvio del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi strutturali europei: per l’Italia si tratta circa 83 miliardi di euro, che si sommano a quelle ancora da spendere della programmazione 2014-2020. La sfida sara’ dunque quella di essere in grado di utilizzare queste risorse in maniera coordinata e complementare a quelle stanziate per il Pnrr, mantenendo allo stesso tempo la loro complessiva addizionalita’ nel rispetto degli obiettivi localizzativi della spesa ordinaria per investimenti”.
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