di Mariapina Potenza
Quando si verifica un episodio critico esistono varie possibilità di risposta. Scegliere le parole e i tempi giusti è fondamentale per non far scoppiare dei casi mediatici con conseguenze negative. Nella settimana che si sta concludendo si sono verificati almeno due episodi di crisi comunicative, uno riguardante la Partita del Cuore, l’altro riguardante il dirottamento di un volo Ryanair.
Partendo dal caso italiano: lo scorso 24 maggio, alla vigilia della Partita del Cuore che vede scendere in campo la Nazionale Cantanti e i Campioni per la Ricerca per scopi benefici, Aurora Leone, membro dei The Jackal, ha denunciato attraverso i social di essere stata “cacciata perché donna” durante la cena che doveva precedere la partita, supportata da Ciro Priello, suo collega.
La risposta della Nazionale Cantanti non si è fatta attendere ed è arrivata a mezzo social. Una replica sbagliata sotto vari punti di vista: assenza di scuse, il classico esempio di pinkwashing in cui si menzionano tutte le donne che precedentemente partecipato alla manifestazione, a voler giustificare un comportamento scorretto al quale, però, non si fa mai riferimento in modo palese.
E, ciliegina sulla torta, il tentativo di far ricadere la colpa sull’altra parte, quella offesa. Il contenuto è stato, poi, prontamente cancellato. Scelta dei tempi sbagliata, parole talmente affrettate e inopportune da portare anche alle dimissioni del Direttore generale Pecchini.
Quest’ultimo, in altre dichiarazioni rilasciate nei giorni a seguire, ha continuato sulla scia del messaggio poi cancellato, cercando di spostare l’attenzione sull’evento benefico e sull’ombra che l’episodio avrebbe gettato.
Senza considerare che Aurora Leone e Ciro Priello avevano da subito invitato il pubblico a continuare a donare e sostenere la ricerca, mostrando grande sensibilità e professionalità.
Per l’altro caso bisogna, invece, spostarsi oltre i confini italiani: alcuni giorni fa il governo bielorusso ha fatto dirottare un volo Ryanair diretto in Lituania per procedere con l’arresto di un dissidente che era a bordo. Una vicenda grave a cui è seguito un comunicato della compagnia irlandese rivelatosi, anche in questo caso, inadeguato.
Assenza di riferimenti al motivo reale del dirottamento, solo “scuse per il ritardo”, quasi come si fosse trattato di motivi ordinari. Successivamente, fuori tempo massimo per i tempi del crisis management, è arrivato un “updated statament”, un mero aggiornamento della dichiarazione precedente, in cui la compagnia ha condannato il gesto bielorusso definendolo un “atto di pirateria aerea” e ha espresso la volontà di collaborare con le autorità per fare luce sull’accaduto. Troppo tardi? Probabilmente sì.
Le vicende si sono svolte in contesti molto diversi, ma hanno fatto emergere la stessa inadeguatezza nella scelta dei tempi e delle parole. L’importanza della comunicazione, specie quella di crisi, sembra essere ancora molto sottovalutata.
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