L’economia circolare si basa certamente “sul recupero” e sulla “rigenerazione dei materiali” ma non può prescindere dal redesign, ovvero “dal ripensamento a monte dei prodotti, delle relazioni fra le imprese e dei metri di utilizzo”. Lo ha detto Massimiliano Tellini, responsabile dell’economia circolare dell’Innovation Center di Intesa Sanpaolo, partecipando al seminario dell’Economia Circolare presso il Forum Economico di San Pietroburgo. “Molti beni non possono essere riciclati perchè non sono stati immaginati per esserlo”, ha sottolineato. “L’innovazione sistemica è progettare sin dall’inizio beni e servizi creati per logiche modulari. Intesa ha stanziato 5 miliardi di euro nel piano 2018-2021, poi saliti a 6 miliardi con l’acquisizione di Ubi, per sostenere l’innovazione delle imprese, e la maggior parte è stata già erogata. L’obiettivo deve essere ovviamente aumentare l’innovazione, ad esempio favorendo l’accesso all’utilizzo di un bene più che il suo possesso o modelli di business che estraggono maggior valore dai beni: basta pensare che un’auto in Europa sta ferma per il 92% della sua vita utile”, ha aggiunto. “La cooperazione fra Italia e Russia può essere virtuosa, ad esempio moderando il rischio di approvvigionamento energetico, e favorendo l’innovazione. Il futuro sarà sempre di più la connessione di settori industriali diversi e qui le pmi la fanno da padrona dato che hanno la capacità d’influire sulla catena del valore, anche con i grandi gruppi industriali”, ha concluso.
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