In Basilicata sono 123 gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica avviati accedendo al Super ecobonus del 110%, per un valore di progetto totale di 35 milioni di euro. I valori (elaborati da Ance su dati Enea-Mise), riferiti a interventi con almeno un’asseverazione protocollata al 28 aprile scorso, pongono la Basilicata al terz’ultimo posto per quanto concerne il numero degli interventi e al sestultimo in termini di valore totale ma al primo e solitario posto per quanto concerne il valore medio degli interventi: ben 284mila euro contro una media nazionale di 140mila e valori medi che vanno dai 170mila delle Marche (seconde in questa classifica) ai 100mila della Puglia (all’ultimo posto). Un valore notevole quello della Basilicata, che risente della straordinaria crescita (+ 400%) del valore degli interventi negli ultimi due mesi (passato dai sette milioni rilevati al 22 febbraio ai 35 di fine aprile), a cui si è comunque accompagnato un considerevole incremento anche del numero degli interventi (+ 167%, da 46 a 123). “Il valore così elevato – dichiara il deputato materano di Coraggio Italia Gianluca Rospi – potrebbe dipendere dalla complessità degli interventi, forse dalla concomitanza di lavori sia per l’adeguamento sismico che per l’efficienza energetica o dalla particolare propensione a eseguire tutti gli interventi consentiti dalla norma. Ad ogni modo, la misura del bonus 110% ha enormi potenzialità, purtroppo limitate da scadenza e burocrazia: basti pensare al suo utilizzo per rendere più sicure le abitazioni e al fatto che in Basilicata sono oltre 200mila quelle costruite prima del 1980, periodo a partire dal quale buona parte dell’Italia e, soprattutto la Basilicata, ha iniziato a essere considerata zona sismica. Anche per questo motivo, nel question time presentato alla Camera una settimana fa, abbiamo chiesto al ministro Franco la disponibilità a concedere una proroga della scadenza della misura almeno fino a fine 2023, ottenendo una conferma”.
“Tuttavia – aggiunge Rospi – mancano ancora interventi per semplificare le procedure per la cessione del credito oltre che l’estensione della misura ad alberghi ed edifici industriali, perché se la priorità è la sicurezza del patrimonio costruito, esso va considerato nella sua interezza e non parzialmente. E, soprattutto, occorre rendere strutturale la misura oltre il 2023 solo per le attività di diagnostica sismica ed energetica degli edifici, in maniera tale da ottenere una mappatura sullo stato di sicurezza e di efficienza energetica del costruito. Infine, abbiamo proposto, a partire dal 2024, di abbassare al 90% la detrazione fiscale sia per le spese sostenute in chiave anti-sismica che di efficienza energetica”.
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