La difficoltà di ricambio generazionale, prosegue la nota, potrebbe mettere a dura prova il futuro dell’imprenditoria artigiana che tra marzo 2021 e marzo 2011 ha già subito un calo complessivo di 170 mila unità (-11,7%) portando a 1,3 milioni il totale dell’imprese artigiane. Sono in particolare le ditte individuali, che rappresentano oltre l’80% del comparto, a registrare perdite maggiori (-12,1%). A livello regionale peggio fanno Abruzzo (-21%), Sardegna (-18%), Basilicata e Sicilia (che registrano entrambe – 17%). Il Covid ha pesato ulteriormente su questa situazione. Nel 2020 il 70% delle imprese artigiane ha subito una riduzione di fatturato contro il 63% delle altre aziende. E anche sul futuro gli artigiani sono molto cauti. Solo il 54% prevede di recuperare i livelli produttivi entro il prossimo anno, una quota che scende addirittura al 46% per quelle realtà artigianali alle prese con problemi di passaggio generazionale. A rilevarlo è un’indagine del Centro Studi Tagliacarne secondo cui però gli investimenti in digitalizzazione e green fanno salire sensibilmente le prospettive di ripresa abbattendo le distanze con le altre imprese: il 63% degli artigiani che ha investito in digitale e il 58% che ha puntato sulla sostenibilità contano infatti di recuperare entro il 2022.La qualità dei prodotti rimane comunque per l’artigianato un fattore essenziale di competizione: il 43% delle imprese artigiane punta esclusivamente su questa leva per battere la concorrenza, contro il 39% del resto delle altre imprese.
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