Il Pnrr mette in cantiere una riorganizzazione del sistema delle politiche attive del lavoro e il potenziamento dei centri per l’impiego; prevede la riforma dell’assegno “di ricollocazione”, il lancio del programma nazionale “Garanzia di occupabilità dei lavoratori” e lo sviluppo del già esistente “Fondo nuove competenze”. Occasione per creare lavoro, coesione e giustizia sociale per l’Italia, ma l’appello lanciato dalla Cgil da Cosenza è chiaro: “basta errori, serve una programmazione analitica”. «I dati ci consegnano a livello nazionale oltre due milioni di famiglie in povertà assoluta, con tanti minori e stranieri in difficoltà soprattutto al Sud», ha spiegato Tania Scacchetti della Cgil nazionale, intervenuta alla prima tavola rotonda organizzata dal sindacato cosentino dal titolo “Reddito e lavoro per contrastare disuguaglianza e povertà”. «Le risorse – ha poi aggiunto Scacchetti – devono essere orientate a generare occupazione di qualità e restituirci un sistema di sviluppo che possa cancellare le disuguaglianze accentuate nel corso del periodo Covid. Abbiamo proposto come sindacato un tema di governance di fondi, c’è un problema storico di incapacità di spendere correttamente le risorse. Serve un forte ruolo delle parti sociali». Sul Pnrr la posizione della sindacalista è chiara: «Il Pnrr rischia di essere un elenco di singoli punti programmatici e non un progetto con un’anima. Dobbiamo affrontare un serio problema di scelte di politiche industriali». Il peso di questi mesi di pandemia è ricaduto soprattutto sui lavoratori e sulle lavoratrici, sia per chi ha perso reddito con la cassa integrazione, sia per chi non ha ricevuto salario come per moltissimi lavoratori delle cooperative, di comparti come spettacolo e teatro; ci sono stati lavoratori e lavoratrici che hanno sostenuto la produzione e i servizi (logistica, trasporti, commercio), oltre ai già dimenticati operatori della sanità, con difficoltà oggettive, permettendo che le attività essenziali potessero continuare nonostante la drammatica situazione. «Il paradosso di questa Italia – ha poi concluso la Scacchetti – è che non si possono toccare di un centesimo il reddito e i profitti delle classi agiate, di chi vive di rendita, di speculazione, di sfruttamento, ma si può incidere sulla carne viva del corpo di lavoratori e lavoratrici immediatamente aggrediti nella loro dignità. Dunque, bisogna invertire immediatamente la marcia e far ripartire tutto il Paese». «La pandemia ha dimostrato come le misure a tutela delle famiglie con reddito minimo siano state poco efficaci, oggi è arrivato il momento di utilizzare le risorse del Pnrr trasformando le misure destinate al sostegno delle persone in condizioni di povertà in misure per la creazione di posti di lavoro». Ha precisato Umberto Calabrone segretario cittadino del sindacato e sul ruolo delle parti sociali in questo nuovo rilancio dell’economia e dell’occupazione, Calabrone ha sottolineato l’importanza di assicurare un lavoro dignitoso. «Nel nostro territorio – ha concluso Calabrone – c’è un lavoro nero diffuso, una mancanza di tutele per i lavoratori. Questo non dovrà più accadere». Il dibattito sul Pnrr e sulle priorità per la Calabria continuerà mercoledì 14 e giovedì 15 luglio 2021, con altri due incontri pubblici.
Scopri le ultime notizie in tempo reale. News e aggiornamenti su politica, cronaca, lavoro, economia, attualità e molto altro su www.supersud.it