Complessivamente il valore della produzione del calcio in Italia ha raggiunto quota 5 miliardi (di cui 800 milioni di plusvalenze da calciomercato) sempre prima dell’emergenza sanitaria, come riporta il bilancio integrato della Figc relativo alla stagione 2018/19, con costi generali stimati in 5,2 miliardi. La fonte principale di ricavi si è confermata essere la tv, con 1,4 miliardi, seguita da sponsor e settore commerciale (1,3 miliardi). Il giro d’affari della Figc è stato di 174 milioni (+8,5% rispetto al 2018). Per il 2020, invece, la Federcalcio ha approvato all’unanimità un budget in utile, a fronte di una previsione iniziale negativa per 9,1 milioni, con 185,4 milioni di ricavi e senza prendere in considerazione i proventi della partecipazione dell’Italia a Euro 2020 (che sono pari per ora a 25,5 milioni e in caso di vittoria finale saliranno a 28,5). Ma in Inghilterra il calcio produce una ricchezza maggiore. Sempre prendendo in esame la stagione 2018/19, come detto, la sola Premier League ha fatturato più dell’intero sistema calcio italiano, con 5,8 milioni di ricavi, secondo l’Annual Review of Football Finance di Deloitte. A questi, vanno aggiunti gli oltre 1,2 miliardi generati dalla Football League, ovvero la lega che racchiude gli altri tre campionati professionistici (Championship, League One e League Two), per un totale che supera i 7 miliardi di euro. Anche in questo caso, i diritti televisivi la fanno da padrone, con quasi 3,5 miliardi incassati solo dalla Premier League in un anno. La Football Association, ovvero la federazione calcistica inglese, inoltre vanta un fatturato di 550 milioni di euro nel 2019, cifra che porta gli n incassi del sistema calcio d’Oltremanica a più di 7,5 miliardi di euro nell’anno che ha preceduto la pandemia. Nel 2020, per effetto del Covid-19, i ricavi della FA si sono ridotti però da 466 a 335 milioni di sterline (390 milioni di euro).