Ripartire dalla cultura, con una collaborazione tra pubblico e privato e sfruttando la grande occasione rappresentata dalle risorse messe in campo dal Recovery Fund. Una svolta annunciata dal ministro Dario Franceschini, assieme a quella relativa allo stop alle grandi navi a Venezia a partire dal 1 agosto, nel corso degli Stati Generali della Cultura, “Le nuove frontiere della cultura” promossa da Il Sole 24 Ore-Domenica, Radio 24, a 24 Ore Eventi e 24 Ore Cultura, Confindustria Cultura Italia e AICC (Associazione Imprese Culturali e Creative) (Main Partner Fondazione Arena di Verona e Treccani, official Partner Art Defender, partner tecnico Shaa). Conversando con il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, che ha rimarcato la necessità di «valorizzare il patrimonio culturale italiano», il ministro ha parlato del futuro e delle occasioni per la ripresa dell’economia nel settore culturale. «Pubblico e privato che operano nella cultura devono collaborare pienamente – ha detto –. Sino a qualche tempo fa c’era una contrapposizione ideologica. c’erano due schieramenti, con da un lato chi pensava che dovesse rimanere tutto pubblico, dall’altro i privati che dicevano date a noi che creiamo profitto e reddito». Scenario che oggi deve cambiare anche guardando a ciò che avviene in altri paesi internazionali. Non a caso ha citato l’esempio inglese che prevede la “restituzione” attraverso il sostegno al mondo della cultura, dai teatri al restauro di un monumento. E le opportunità, come l’art bonus «che consente ai privati di donare risorse per la cultura» e grazie a cui «sono entrati 500 milioni in cinque anni. La cultura produce lavoro – ha aggiunto –, un museo non fa utili ma il concessionario sì. Ecco perché il mondo della cultura crea reddito e Pil». E rientra nell’ottica di tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale anche la decisione di dare lo stop alle grandi navi a Venezia.
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