A fine 2020 gli accessi broadband e ultrabroadband, residenziali e affari, hanno superato 18,1 milioni di unità, pari ad un rapporto di 30,4 linee ogni 100 abitanti. Tale indicatore è pari a 20,4 linee per 100 abitanti per le connessioni con capacità maggiori di 30 Mbit/s (16% nel 2019) e scende a 15,6 linee (11,7% lo scorso anno) con riguardo a quelle con velocità superiore a 100 Mbit/s. È quanto emerge dalla Relazione annuale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni illustrata oggi alla Camera dal presidente Giacomo Lasorella. Nella Relazione si sottolinea tra l’altro come la crisi pandemica abbia rappresentato un acceleratore di profondi mutamenti già in atto da tempo: basti pensare che nel 2005 le linee broadband rappresentavano meno del 30% delle linee complessive e quelle più performanti in termini di velocità di connessione (fttc/ftth) erano sostanzialmente assenti. A fine 2020, gli abbonamenti non broadband sono ormai residuali (7,5% del totale) mentre il complesso delle linee fttc e ftth ha superato il 55% del totale. Nella sua relazione Lasorella ha evidenziato tra l’altro che la televisione si conferma il mezzo principale per l’acquisizione di informazioni, anche se è sempre più evidente lo spostamento, sempre più rapido, verso le piattaforme online. I dati indicano, inoltre, una progressiva diminuzione nell’uso dei quotidiani e della radio per informarsi. In particolare la «crisi strutturale della stampa tradizionale si sta rilevando sempre più marcata e mostra di non aver beneficiato particolarmente della accresciuta domanda di informazione dovuta alla crisi pandemica. Nel secondo trimestre 2020, solo il 17,6% degli italiani ha scelto in media di informarsi sui quotidiani, secondo un trend in discesa che è comune a tutta l’Unione europea». «In Italia l’effetto più evidente (e più preoccupante) è quello dell’indebolimento dell’industria italiana dei media, il cui valore economico è in calo da oltre un decennio. Ciò conferma non solo la fragilità della nostra industria culturale, ma segnala probabilmente anche un vuoto di politica industriale da colmare in un settore che gode di grande prestigio nel mondo quanto a sapienza tecnica e qualità dei contenuti» ha detto ancora il presidente Agcom Giacomo Lasorella nella relazione annuale al Parlamento. «Siamo in una fase complessa, caratterizzata da una tumultuosa transizione verso il mondo digitale che costituisce una delle sfide più importanti che attendono Agcom in questa consiliatura» ha detto Lasorella, in un’intervista a “Il Sole 24 ore”. «Agcom – ha spiegato Lasorella – si sta attrezzando per governare questa svolta digitale per gli atti di vigilanza di sua competenza» e «un primo grande banco di prova sarà sulla fruizione delle partite del campionato di calcio di serie A». Il presidente ha raccontato: «Abbiamo detto agli operatori, non solo a Dazn e Tim ma a tutti, che devono definire le modalità tecnico-operative prima dell’avvio della prossima stagione calcistica. C’è un preciso set di scadenze». C’è preoccupazione su questo fronte? «Siamo vigili, ma ottimisti», risponde Lasorella. E sulla separazione volontaria della rete d’accesso di Tim con la creazione della società Fibercop, il presidente spiega che «la consultazione pubblica è stata conclusa in entrambi i casi. Ora serviranno i provvedimenti».
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