«La Pubblica amministrazione finora era percepita come un ripiego o, peggio, un ammortizzatore sociale. Ma adesso la musica è cambiata. Rigenerare la macchina amministrativa, anche agli occhi della Commissione Ue, è la chiave del nostro rinascimento post-pandemico. Siamo entrati in un’altra Italia, dentro un’altra Europa. E la Pa ha bisogno di tutti: ha bisogno di 100mila persone all’anno del turn over ordinario, e in aggiunta di decine di migliaia di ingegneri, informatici, professionisti della contabilità e della rendicontazione, giovani da affiancare a figure più mature. Il tutto in una concorrenza difficile, e benvenuta, con un mercato privato rivitalizzato dallo stesso Pnrr, perché le semplificazioni normative e il nuovo clima del Paese riaccenderanno gli investimenti privati, e quindi l’offerta di lavoro nelle aziende. In cinque anni si possono mobilitare fino a mille miliardi tra fondi pubblici e privati». Con la conversione del decreto sul reclutamento, che ora attende solo la conferma alla Camera, si è chiuso il primo cantiere delle norme per adeguare le capacità della Pa alle esigenze del Recovery Plan. Ma questa è solo la premessa per attuare il Pnrr. E il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta lo sa bene.
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