Il mercato immobiliare italiano attraversa un momento particolarmente felice: dopo la ripresa che lo ha caratterizzato nella seconda parte del 2020, continua infatti a mostrare un’elevata e insospettabile immagine di esuberanza. Un quadro sostenuto da buoni fondamentali, con la nostra economia che è una tra le poche avanzate (assieme a Cina e Usa) ad avere chiuso il primo trimestre in positivo in termini di Pil e per la quale è prevista – su base annuale – una crescita maggiore di quella tedesca. Tra gli altri fattori positivi, oltre al miglioramento della fiducia di consumatori e imprese, devono essere annoverati anche la stabilità dell’inflazione e la dinamica della produzione. È la foto scattata dal ‘Secondo Rapporto sul mercato immobiliare 2021’ di Nomisma, da dove emerge un’elevata propensione all’acquisto dell’abitazione da parte delle famiglie italiane, accompagnata da un atteggiamento alquanto espansivo e accomodante delle banche, tanto che le transazioni immobiliari nel settore residenziale già da quest’anno torneranno ai livelli previsti in periodo pre-Covid. Gli analisti rilevano tuttavia l’esistenza di segnali che fanno pensare che, probabilmente, servirebbe più cautela. Saranno gli sviluppi macroeconomici dei prossimi mesi a far capire se questa effervescenza, oggi fondata perlopiù sulle aspettative, sia davvero sostenibile o se si tratti di una bolla. Nessuno avrebbe immaginato una capacità di risalita così rapida del mercato. Il miglioramento delle prospettive, secondo Luca Dondi Dall’Orologio, a.d. Nomisma, sta infatti influenzando le decisioni di consumo e d’investimento delle famiglie, aumentando la loro propensione all’acquisto del mattone. Nel dettaglio, le intenzioni d’acquisto (si parla di prima casa o sostituzione) hanno subito un’impennata: da 2,4 milioni a 3,3 milioni di famiglie propense a investire nel settore immobiliare nell’ultimo anno. Tuttavia, solo circa 800mila nuclei sono effettivamente nelle condizioni di poter effettuare una compravendita: un numero pur sempre rilevante se paragonato alle 558mila transazioni del 2020, ma decisamente più modesto rispetto al potenziale. L’esuberanza che sta manifestando il mercato immobiliare emerge anche dalle transazioni stimate per quest’anno. Nel residenziale, infatti, gli esperti prevedono 650 mila compravendite, una cifra superiore alle stime elaborate in periodo pre-Covid. In questo segmento, ha affermato Elena Molignoni, responsabile Osservatorio Immobiliare Nomisma, tutti gli indicatori sono migliorati: i tempi di assorbimento, gli sconti che si sono ridotti, l’aumento della domanda e il diffuso rialzo dei prezzi. I mercati più performanti risultano essere Bologna e Milano. Tra quelli in recupero ci sono Roma e Torino. In relazione alla compravendita delle case, nel primo trimestre c’è stato un aumento del 38,6% rispetto al primo trimestre del 2020. Interessante notare come la spinta maggiore sia partita dai mercati secondari e non dai capoluoghi.
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