Lo ha verificato l’agenzia di stampa AGI con fonti sindacali dopo il caso scoppiato in una azienda di componenti del Piemonte che ha deciso di vincolare l’uso della mensa di stabilimento al Green Pass e per questo il sindacato – con la rsu aziendale – ha indetto due ore di sciopero per venerdi’ 13. “In Ilva – spiegano fonti Uilm ad AGI – la situazione e’ completamente diversa anche perche’ le due mense attualmente in funzione, quella centrale e quella acciaieria, sono molto grandi, offrono larga possibilita’ di spazio, e attualmente inoltre sono usate da appena il 20 per cento degli abituali frequentanti”. Il siderurgico di Taranto e’ uno degli stabilimenti industriali piu’ grandi di Italia. “A cio’ si aggiunga – rilevano le fonti Uilm – che coloro che sono sugli impianti, che costituiscono una fetta importante della popolazione lavorativa del siderurgico, non vanno a mensa, ma ricevono direttamente sugli stessi impianti il cestino che hanno prenotato e lo consumano nel refettorio”. Per la Uilm, attualmente nell’ex Ilva e’ al lavoro, distribuita sui tre turni, il 50 per cento della forza lavoro rispetto ad un organico di 8.200 dipendenti diretti “perche’ dal numero totale bisogna sottrarre circa 2.300-2400 persone che sono in cassa integrazione post Covid sia altri mille che sono in ferie”. La cassa Covid, della durata di 13 settimane, e’ stata accordata dal Governo all’azienda dopo l’ultimo incontro e va in sostituzione della cassa integrazione ordinaria per la quale era gia’ stata attivata la relativa procedura. La cassa e’ stata chiesta per un numero massimo di 4mila addetti a Taranto e le 13 ulteriori settimane di cig Covid sono state attribuite con l’obiettivo di usare questo ammortizzatore sociale nella fase di preparazione del nuovo piano industriale ora che e’ operativa la nuova societa’ Acciaierie d’Italia che vede accanto ad ArcelorMittal Italia anche lo Stato attraverso Invitalia.
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