Arriva il bonus bancomat: si tratta del piano di Draghi contro l’evasione fiscale. Si vuole favorire l’utilizzo di metodi di pagamento elettronici, come carte di credito e bancomat, per ridurre la circolazione di contante.
Il bonus bancomat, o Pos, si rivolge invece solo ai rivenditori. La legge 23 luglio 2021, n. 106 ha modificato l’articolo 22 e introdotto l’articolo 22-bis al decreto-legge 26 ottobre 2019, prevedendo due cose: un aumento del credito d’imposta sulle commissioni un nuovo bonus Pos, fino a 160 euro o 320.
Aumenta al 100% del credito d’imposta riconosciuto agli esercenti attività di impresa, arte o professione, che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizi nei confronti di consumatori finali e che adottino strumenti di pagamento elettronico. In pratica, viene portato dal 30% al 100% il credito d’imposta riconosciuto agli esercenti per le commissioni addebitate in caso di pagamento con bancomat, carte di credito, prepagate e altri strumenti di pagamento tracciabili. Il secondo aspetto riguarda il riconoscimento di un credito d’imposta agli esercenti attività di impresa, arte o professione che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizi nei confronti di consumatori finali e che, tra il 1° luglio 2021 e il 30 giugno 2022, acquistano, noleggiano o utilizzano POS, cioè strumenti che consentono forme di pagamento elettronico collegati agli strumenti di pagamento evoluto. Il credito è utilizzabile anche a fronte delle spese di convenzionamento e alle spese sostenute per il collegamento tecnico tra di essi. Il credito d’imposta per l’acquisto, noleggio o utilizzo dei Pos è riconosciuto nel limite massimo di 160 euro per soggetto: 70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200 mila euro; 40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 200 mila euro e fino a 1 milione di euro; 10% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro. Il credito d’imposta sale invece fino a 320 euro per chi si dota di strumenti evoluti di pagamento elettronico, che consentono anche la memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi.
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