Attivare subito un piano di ricostruzione e di aiuti economici per le aziende agricole e per gli allevamenti devastati dagli incendi, tra animali morti, alberi carbonizzati, oliveti e pascoli distrutti. È quanto chiede al governo la Coldiretti, che stima in un miliardo di euro i danni provocati dagli incendi di quest’estate, che rispetto al 2020 sono aumentati del 256% e hanno devastato oltre 140mila ettari in Italia. Soltanto ieri in Calabria si è registrata la quinta vittima, un agricoltore di Vibo Valentia, mentre le fiamme hanno continuato a colpire nel Crotonese, nel Palermitano, nel Casertano e nel Fiorentino.
Accanto ai ristori per le perdite subite dagli agricoltori e dagli allevatori, che in molti casi rischiano di non poter proseguire la loro attività anche per mancanza di liquidità, la Coldiretti ha chiesto anche a gran voce che vengano inasprite le disposizioni dell’articolo 10 della legge nazionale 353/2000 e delle norme regionali in materia di incendi, portando da 15 a 20 anni il divieto di cambio di destinazione d’uso delle aree boschive e dei pascoli percorsi dal fuoco, ma soprattutto, che tali norme vengano estese anche ai terreni agricoli. La paura è quella che, dietro ad alcuni dei roghi di questi giorni – si calcola che 6 incendi su 10 sono di origine dolosa – si possa nascondere il tentativo di utilizzare questi spazi per il nuovo business del fotovoltaico. La Commissione regionale antimafia in Sicilia ha già avviato accertamenti in questo senso.
«L’agrivoltaico, cioè l’installazione di impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli, ad oggi non necessita di nessun cambio della destinazione d’uso dei terreni utilizzati – spiega Stefano Masini, responsabile Ambiente della Coldiretti -. Ora, che le organizzazioni criminali della Sicilia che prima guadagnavano sull’eolico si siano spostate sul fotovoltaico è già stato accertato da alcune indagini condotte, tra gli altri, dal Tribunale di Palermo».
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