Il biologico si fa spazio anche nella filiera del vino. In Italia nel 2020 quattro bottiglie di vino su cento sono biologiche, anche se il fenomeno è in forte crescita in tutto il mondo sia per estensione della superficie che per l’interesse dei consumatori. Si tinge di verde anche il vino con quasi il 20% di vigneti biologici, come spiega il rapporto “La filiera vitivinicola biologica”, contenuto nella serie tematica dedicata al mondo del bio promossa dal ministero delle Politiche agricole e realizzata da Ismea in collaborazione con Ciheam-Bari, nell’ambito delle attività del Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica. “Il biologico italiano è un prodotto di grande qualità, non a caso siamo primi esportatori europei e secondi a livello mondiale – osserva Francesco Battistoni, sottosegretario all’Agricoltura – abbiamo il più alto numero di operatori biologici in Europa e un mercato costantemente in espansione. Il nostro modello di filiera è un esempio virtuoso, ma siamo consapevoli di avere ancora un grande margine di crescita. Per un agricoltore, dedicarsi al biologico rappresenta certamente una sfida, ma al tempo stesso anche una preziosa opportunità di fare impresa rispettando i canoni della sostenibilità economica, ambientale e sociale”. In particolare a livello regionale emerge chiaramente una rincorsa green da parte del Centro-Nord a recuperare nell’ultimo decennio il gap di superfici con il Mezzogiorno. Un percorso di crescita che ha portato a un maggior equilibro nella distribuzione di vigneti tra Nord (22,8%), Centro (22,5%), Sud (25,5%) e isole (29,2%). La Sicilia, da sola, con poco meno di 30mila ettari rappresenta circa il 28% del totale seguita dalla Puglia (14%) e dalla Toscana (14%). Il tasso di crescita maggiore del decennio, al netto della Valle d’Aosta (+470%), è stato fatto registrare dal Piemonte (+406%).
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