“Sono 700 i pazienti fragili che non riescono ad alimentarsi per via naturale nella sola provincia di Reggio Calabria e che fanno richiesta del servizio NAD (Nutrizione a Domicilio) ma – dichiara il Consigliere regionale Domenico Giannetta (FI) – spesso mancano i soldi per comprare dei prodotti nutrizionali, per gli ausili protesici, per sondini, PEG, PICC, deflussori, siringhe, pompe peristaltiche e altro. Nonostante il servizio sia stato istituito in Calabria nel 2010 – dichiara Giannetta – i fondi non sono ancora finalizzati e vengono recuperati di volta in volta dal bilancio delle varie aziende. Recuperi che però risultano insufficienti a dare risposte a richieste di alta complessità. Le linee guida sul sistema di cure domiciliari e accesso ai servizi territoriali, contenute nel Decreto 12 del 2011, sono ancora applicate solo parzialmente. Tanto che – evidenzia il consigliere – le richieste di nutrizione domiciliare pervengono nelle modalità più disparate alle commissioni di valutazione che, sulla carta, dovrebbero essere composte da varie figure ed essere convocate ogni 15 giorni. Invece sono sottodimensionate e vengono convocate a singhiozzo. Con dei blocchi di mesi. Anche per mancanza di personale disponibile e qualificato. Ecco che diventa urgente una legge sulla nutrizione a domicilio (NAD) – incalza Giannetta – con l’attivazione sistemica dei Punti Unici di Accesso e delle Unità di Valutazione Multidimensionale, ovvero gli organismi preposti alla ricognizione delle istanze e alla valutazione delle stesse. L’assistenza domiciliare deve essere quantificata in modo oggettivo e ad essa devono essere destinati i fondi necessari con specifiche voci di bilancio ed il personale appositamente formato e qualificato. Occorre – continua ancora Giannetta – una chiara regolamentazione dei protocolli nei rapporti tra ospedale e territorio nel dare continuità assistenziale ai pazienti che in dimissione devono sapere a chi rivolgersi, per non dare luogo a peregrinazioni umilianti e rischiose. Non si può continuare a sottovalutare l’importanza della medicina territoriale, dell’assistenza e della nutrizione domiciliare. Non si può continuare a sottovalutare il processo di invecchiamento della popolazione e la necessità, sempre più stringente, di ribaltare le politiche dell’ospedalizzazione a favore di un maggiore investimento sulla medicina territoriale, in continuità assistenziale con gli ospedali. Inoltre – sottolinea ancora Giannetta – non si può prescindere dal risparmio economico e sociale della medicina territoriale, con una riduzione di oltre un terzo delle spese a carico del servizio sanitario nazionale. È arrivato il momento per la sanità in Calabria di recuperare questo ritardo sulla medicina territoriale – conclude Giannetta – e di mettersi al passo con gli orientamenti nazionali”.
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