“Le delocalizzazioni non si posso impedire perché nel mercato europeo esistono la libertà di circolazione e di stabilimento. Ciò detto, due mesi fa Azione ha inviato al presidente Draghi e ai ministri competenti una proposta in cui abbiamo scritto che se un’impresa deve delocalizzare deve assicurare almeno il tempo di individuare qualcuno che può subentrare perché l’imprenditore non può dire ‘sono venuto in Italia ma me ne vado nel giro di ventiquattro ore’. L’azienda deve assumersi la responsabilità, perché spostare un’attività produttiva ha un forte impatto economico e sociale su un territorio”. Lo ha detto Carlo Calenda, leader di Azione e candidato sindaco di Roma, ospite di ‘Omnibus’ “In questo caso non si tratta di dire ‘l’impresa non se ne può andare’, ma assicurare che se l’azienda delocalizza debba collaborare e garantire almeno un anno di negoziato per individuare una soluzione. La bozza in discussione, invece, ha un grosso problema perché va oltre, concedendo al Ministero dello Sviluppo Economico un potere totalmente arbitrario in cui può decidere se l’azienda ha fatto bene o meno il lavoro previsto e sulla base di questo erogare una sanzione. E’ profondamente sbagliato – ha aggiunto – perché la sanzione rischia di diventare arbitraria e questo non è accettabile”.