Torna a salire nel 2020, dopo anni di diminuzione, la quota dei giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi di formazione: lo rileva l’Istat nell’analisi sule Bes a livello territoriale spiegando che nell’anno della pandemia questa quota è cresciuta a livello nazionale di 1,1 punti raggiungendo il 23,3%. Nel Sud è Neet quasi un giovane su tre mentre a Crotone non studia , non lavora e non è in formazione quasi uno su due tra i 15 e i 29 anni. Il trend è accentuato al Nord (16,8%; +2,3 punti) e al Centro (19,9%; +1,8 punti) mentre Il Mezzogiorno registra invece una contrazione modesta (-0,4 punti) ma resta comunque su livelli doppi rispetto al Nord, con circa un giovane di 15-29 anni su tre che non è inserito in un percorso di istruzione o formazione né è occupato (32,6%). La distribuzione tra le province mostra una evidente divaricazione tra l’area del Nord-est e la Sicilia, dove la quota di Neet tocca il 40% a Messina, Catania e Caltanissetta. La provincia con il valore più alto del tasso è, anche nel 2020, quella di Crotone (48%), che marca una distanza notevole da Pordenone (10,7%), Ferrara (11,1%) e Sondrio (11,9%), le province più virtuose. In generale, tra il 2010 e il 2020 l’incidenza dei Neet aumenta per quasi i due terzi delle province. Tra quelle che invece presentano una dinamica nettamente positiva si segnalano Pordenone (17,9% nel 2010; -7 punti percentuali) e Brescia (14,7% nel 2020 da 21,6%). Nel Mezzogiorno le evoluzioni positive più marcate emergono per Matera (24,5%, -8 punti percentuali rispetto al 2010) e Brindisi (28,9% da 36,8%).
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