La disinformazione su Facebook riceve sei volte più ‘mi piace’, condivisioni e interazioni rispetto alle notizie verificate. É quanto emerso da una ricerca congiunta della New York University e dell’Università francese di Grenoble Alpes. Lo studio – riporta il sito Business Insider – ha esaminato i post delle pagine Facebook di oltre 2.500 editori di notizie da agosto 2020 a gennaio 2021 e ha rilevato che siti con inclinazioni di destra hanno una propensione molto più alta a condividere informazioni fuorvianti rispetto ad altri. I ricercatori condivideranno il documento nell’ambito della Internet Measurement Conference dal 2 al 4 novembre. “Questo rapporto esamina principalmente il modo in cui le persone interagiscono con i contenuti, che non deve essere confuso con quante persone effettivamente lo vedono su Facebook – ha affermato il portavoce di Facebook, Joe Osborne – Se dovessimo considerare i post che ottengono la massima copertura, non avremmo qualcosa di paragonabile alla ricerca sulla condivisone di bufale”. Stando a Laura Edelson, una delle autrici dello studio, il lavoro non dimostra che gli algoritmi di Facebook favoriscono certe pagine o parti politiche “ma la disinformazione – spiega – viene amplificata perché funziona bene con chi si circonda di utenti e contenuti che postano notizie fuorvianti in maniera regola”. In pratica, si crea un circolo vizioso dalla cui bolla è poi difficile venir fuori. Secondo la ricerca, fra le pagine di estrema destra, quelle che diffondono fake news ottengono il 68% di tutte le interazioni degli utenti. I ricercatori hanno usato le metriche di due organizzazioni no profit, NewsGuard e Media Bias/Fact Check che hanno classificato migliaia di pagine sulla base delle convinzioni politiche e la propensione a diffondere notizie non affidabili.
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