“Quest’anno cresceremo circa del 6 per cento, l’anno prossimo almeno del 4 per cento. Sono tassi di crescita molto elevati, anche più elevati di quelli che ci sapettavamo. Ma l’anno scorso abbiamo perso nove punti di Pil. Torniamo a malapena dove saremmo stati”, ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco parlando a Lecce ad un convegno sul Pnrr. “Il vero test è la crescita del nostro Paese dopo questa fase di recupero. Siamo usciti da circa un quarto di secolo di crescita molto modesta, inferiore a quella del resto dell’area dell’Euro. Il nostro problema è crescere stabilimente più di quanto siamo cresciuti in passato”. “Il debito pubblico sarà meno di quanto si attendeva, per tanti motivi ma anche perche’ l’economia va meglio”, ha aggiunto il ministro. “Abbiamo investito poco, il 19% del Pil. Studiamo poco – ha spiegato Franco al convegno “Pnrr, è bene comune” -: abbiamo tassi di giovani che si diplomano e laureano inferiori ai tassi degli altri paesi. Spendiamo poco per ricerca, abbiano tassi di occupazione bassi: il 33% rispetto all’81% della Germania e al 72% della Francia. Il nostro problema è affrontare questo e il piano (il Pnrr, ndr) può essere uno degli strumenti importanti. Non è la bacchetta magica, dobbiamo attuarlo bene ma serve anche altro”. “Il piano viene da una scelta europea molto innovativa. Ha un’ampiezza di 800 miliardi di euro, è qualcosa di nuovo nella storia comunitaria. Gli obiettivi sono due: imprimere una spinta a uscire dalla crisi dovuta alla pandemia, accelerare la transizione verso obiettivi di ambientalizzazione. La sfida climatica è enorme. L’altra quesitone è la sfida digitale. E’ un disegno ambizioso, che ha una razionalità, che ha un contenuto di solidarietà”.
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