“Da Palazzo Chigi mi aspetto il meglio possibile che può uscire dall’incontro del presidente Draghi con i sindacati, quindi la rinnovata volontà di tutti a lavorare nell’interesse del Paese”, ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi a ‘Mezz’ora in più’ su Rai3. “Confindustria non si candida a fare un partito”, ha detto ancora Bonomi: “no”, Confindustria non si candida insieme a Draghi a coiprire questo vuoto di politica. “Se avete sentito la mia relazione, c’è un passaggio in cui dico abbiamo rispetto dei partiti e delle istituzioni. Quello che abbiamo messo in evidenza è che il governo Draghi su 3 punti essenziali ha fatto le cose che servivano al Paese: il piano vaccinale, ha riscritto le prime 80 pagine del Pnrr e riportato quella credibilità internazionale dell’Italia nell’Europa, G20 e Nato”, ha aggiunto. “Abbiamo voluto mettere in chiaro che c’è una occasione storica del Paese. Abbiamo la sensazione che, a causa del processo delle elezioni amministrative, sia iniiziato il gioco delle bandierine su molti temi importanti, non vogliamo che questo gioco metta a rischio quello che il Paese aspetta da 30 anni, le riforme”. Bonomi ha richiamato le riforme di ammortizzatori sociali e politiche attive, fisco, previdenza e concorrenza: “Non possiamo più permettere che ci sia un rallentamento del percorso e abbiamo preso degli impegni con l’Ue”. “La risposta dei sindacati” alla proposta di un Patto “mi sembra positiva: io ho letto comunque la voglia di esplorare questa possibilità perché alcune cose sono demandate alla politica, altre alle parti sociali, quindi abbiamo noi e i sindacati la responsabilità di dare delle risposte”. “Abbiamo la stessa posizione dei sindacati, siamo per rafforzare la contrattazione perché garantisce tutti, e l’esempio ci viene da Ita”, ha spiegato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi intervenendo sul salario minimo. Nei Paesi dove è stato inserito, aggiunge, “la tendenza delle imprese è uscire dalla contrattazione collettiva e questo non è nell’interesse dei lavoratori. Dobbiamo andare a colpire i contratti pirata, che vengono fatti da chi non ha rappresentanza e fanno dumping salariale. Lì dobbiamo lavorare insieme”.
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